sabato, 5 Ottobre 2024
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Asl Bari, nuovo modello organizzativo di screening mammografico

Al congresso nazionale Gisma 2023 presentati: 10 centri, 6 ospedali e 4 poli territoriali, con 17 mammografi digitali dii cui 13 a tecnologia 3D di ultima generazione

In occasione del Convegno nazionale GISMa 2023 cominciato oggi a Bari – la ASL di Bari ha presentatoil nuovo modello organizzativo per potenziare lo Screening mammografico, ossia gli esami diagnostici gratuiti per la prevenzione del tumore al seno destinati alle donne sane di età compresa fra i 50 e 69 anni.

“Il 2022 è stato un anno rivoluzionario – ha spiegato il direttore generale della ASL, Antonio Sanguedolce, intervenuto nei saluti istituzionali –  per la nuova organizzazione dello Screening e per gli investimenti che la ASL ha messo a punto su risorse e tecnologie: una rete di 10 centri, 6 ospedali e 4 poli territoriali, con 17 mammografi digitali, di cui 13 dotati di tecnologia 3D di ultima generazione acquistati e installati a partire dal 2020, con un investimento complessivo di circa 2 milioni e 600mila euro. Abbiamo impresso una accelerata nel percorso di potenziamento – ha proseguito Sanguedolce – tanto che nel 2022 l’estensione ha raggiunto l’83%, nonostante il freno imposto negli anni della pandemia. Un trend in crescita confermato anche dall’attività primi mesi di quest’anno: da gennaio ad aprile sono state invitate 25.593 donne con una estensione del 30,27% di popolazione eleggibile, e sono state effettuate 12.366 mammografie con una adesione del 53% sulle invitate, a fronte di 28.229 mammografie eseguite nell’anno 2022.I numeri sono il frutto dello sforzo compiuto dai nostri operatori: medici, infermieri, assistenti sanitari, tecnici di radiologia, gli addetti alla segreteria, ai quali va il mio ringraziamento più grande”.

La rete ASL oggi comprende 10 Centri dedicati allo screening, distribuiti tra sei ospedali (Di Venere, San Paolo, Altamura, Corato, Molfetta, Putignano) e quattro poli territoriali (PTA di Conversano e poliambulatori di Mola, Casamassima e Monopoli), cui si aggiunge il PTA di Gioia del Colle per la senologia istituzionale (per donne fuori dalla fascia screening). A breve è prevista l’installazione di un nuovo mammografo 3D anche nel Distretto socio sanitario di Bari.

Il coordinamento dei centri screening fa capo al Dipartimento di Prevenzione che punta – come spiegato dal direttore Domenico Lagravinese – a dare sempre più risposte e maggiore continuità nella assistenza alle donne che si ammalano di tumore grazie anche a recenti intese siglate con altri ospedali”.

Promotrice operativa della crescita delle mammografie in ambito senologico è la UOSVD Screening mammografico e Radiodiagnostica Senologica, diretta dalla dottoressa Alessandra Gaballo, nonché coordinatrice regionale del gruppo di lavoro dei responsabili dello screening mammografico in Puglia: “Sarà un’occasione utile a raccontare i progressi di questi anni – ha detto la dottoressa Gaballo – nati dall’impegno e dall’esperienza di tutti gli operatori al fine di rendere omogenee le attività di screening. L’obiettivo è rendere sempre più massiccia e capillare la campagna di prevenzione: aumentare l’adesione allo screening vuol dire aumentare le diagnosi precoci, e dunque avviare in modo rapido risposte efficaci ai bisogni di salute, non solo per la prevenzione ma per offrire percorsi completi e multidisciplinari che continuano con la presa in carico del paziente”.

Nelle strutture della ASL è stata raddoppiata la capacità diagnostica in ambito senologico, grazie alla dotazione della Biopsia stereotassica con guida mammografica tridimensionale al Di Venere, perché si tratta della seconda apparecchiatura, in aggiunta a quella già in uso presso l’Ospedale San Paolo a disposizione delle pazienti. Nello stesso tempo riduciamo da 40 a 10 i giorni di attesa per le donne con esito dubbio del test di screening e che necessitano di un esame di approfondimento.

Gli investimenti sono andati di pari passo ad un nuovo modello organizzativo che prevede una risposta rapida per le donne con sintomi che necessitano di approfondimento diagnostico, quelle operate per neoplasia mammaria o portatrici della mutazione del gene “BRCA”: tutte hanno una corsia d’accesso diretta nei centri di riferimento ASL, senza dover ricorrere alla prenotazione tramite CUP.

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Le donne tra 50 e 69 anni asintomatiche, infatti, non prenotano più l’esame mammografico al CUP, le cui agende sono disponibili esclusivamente per le fasce d’età fuori screening. Una corsia preferenziale, senza alcuna necessità di rivolgersi al CUP, è garantita alle donne sintomatiche di qualsiasi età, ossia donne che hanno un sintomo o un segno, un nodulo palpabile o una secrezione ematica, le quali possono rivolgersi direttamente ai centri di riferimento dell’Ospedale “San Paolo” Ospedale “Di Venere” per eseguire l’esame necessario, prescritto con un’impegnativa del medico curante con priorità “B” (breve, entro 10 giorni) e relativo sospetto diagnostico.

Infine, lo stesso canale ad accesso diretto viene riservato alle pazienti oncologiche operate per neoplasia della mammella (e non inserite in percorsi di follow-up di Breast Unit) e alle donne portatrici della mutazione “BRCA”: le une e le altre accedono agli sportelli degli ambulatori di riferimento della ASL, negli ospedali San Paolo e Di Venere, con richiesta del medico curante con priorità “P” (programmabile) e che riporti il relativo codice d’esenzione. Anche in quest’ultimo caso senza passare dal CUP.

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