Le associazioni dei gestori dei benzinai hanno proclamato uno sciopero per il 25 e 26 gennaio a seguito delle misure varate martedì dal Consiglio dei ministri sulla trasparenza del prezzo dei carburanti nelle stazioni di servizio, dopo l’ondata di rincari registrata a partire da inizio anno.
“Per porre fine a questa ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio”, si legge in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio.
Le associazioni rappresentano circa 16mila dei 22mila gestori di punti di rifornimento disseminati sulla rete stradale ed autostradale nazionale. Dall’1 gennaio non è più in vigore lo sconto sulle accise che gravano sui carburanti, durato da marzo a novembre e poi con riduzione fino al 31 dicembre. Intanto la premier Meloni difende le decisioni del suo governo e sottolinea che “col taglio delle accise non ci sarebbero stati altri aiuti”.
Lo sciopero è previsto dalle 19.00 del 24 gennaio 2023 alle 07.00 del 27 gennaio 2023. “Il Governo – si legge nella nota delle tre organizzazioni – aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. E’ stata avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa. Quindi è stato dichiarato lo stato di agitazione su tutta la rete e lo sciopero contro il comportamento del Governo. Si preannuncia un presidio sotto Montecitorio. Vengono beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all’Erario oltre 13 miliardi di euro l’anno.
Nella comunicazione alla Commissione di Garanzia dell’Attuazione della legge sullo sciopero nei servizi Pubblici Essenziali le organizzazioni parlano di “azioni politiche irresponsabili e di inusitata gravità nei confronti di una intera categoria di onesti operatori economici che basano la loro attività su un margine fisso pro litro di 3 centesimi lordi al litro, garantendo allo Stato, a proprio rischio e pericolo, in alcuni casi della vita, un introito di circa 40 miliardi l’anno di gettito”.