Avviare il processo di aggiornamento della prassi UNI/ISO (la best practice presente sulla piattaforma della DG SANTE Strasbrurgo europea): è questo l’obiettivo dell’incontro che si è svolto durante la Terza Conferenza Mondiale sulla Rivitalizzazione della Dieta Mediterranea, in corso al CIHEAM Bari.
Organizzato dall’Osservatorio Dieta Mediterranea, organismo del quale fanno parte CIHEAM Bari, Ordine Nazionale Biologi, UNI/ISO e Università di Parthenope, in collaborazione con Coldiretti e Campagna Amica, al seminario Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale dell’UNESCO tema centrale è stato il cibo tra azione locale e sistemi globali finalizzati alla promozione di uno stile di vita favorevole allo sviluppo sostenibile. Si tratta dell’avvio di un percorso di aggiornamento ed integrazione con la dimensione della sostenibilità, verso una vera e propria definizione di norme per indicare azioni, pratiche e comportamenti dei soggetti e delle organizzazioni, definendone regole, protocolli, conformità delle diverse componenti con la “Dieta Mediterranea” intesa come stile di vita e modello alimentare in grado di concorrere all’attuazione dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. Al meeting, moderato da Vito Amendolara, delegato confederale Coldiretti e presidente Osservatorio Dieta Mediterranea, sono intervenuti Carmelo Troccoli, direttore Fondazione Campagna Amica, Roberto Capone, amministratore principale CIHEAM Bari, Debora Scarpato, Università Parthenope di Napoli, Pietro Spagnoletti, Coldiretti Puglia.
Due iniziative concrete sono già state avviate dall’Osservatorio. La prima, in due Istituti scolastici della Campania, con azioni finalizzate alla diffusione della cultura alimentare e del corretto stile di vita. L’altra, riguardante il mondo della ristorazione, prevede sia l’adozione di menù messi a punto da un gruppo di esperti dell’Osservatorio e dei suoi partner (Istituto degli Alimenti CNR, Facoltà di Scienze Gastronomiche dell’Università Federico II di Napoli, ricercatori e consulenti qualificati), sia l’affiancamento dei ristoratori allo scopo di guidarli nell’adozione di regole e protocolli della Dieta Mediterranea.
“L’UNESCO – ha ricordato il professor Vito Amendolara – nel riconoscere la Dieta Mediterranea parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, ne ha raccomandato la diffusione in ogni parte del mondo, non solo quale modello di “pratiche alimentari sane e sostenibili”, ma anche come mezzo di dialogo interculturale e strumento in grado di promuovere il rispetto per la cultura, l’ambiente e la biodiversità. In perfetto equilibrio tra tradizioni, cultura umanistica e cultura scientifica, la Dieta Mediterranea è infatti in grado di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, e al più generale raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile” ha concluso Amendolara.