Bari, 18 settembre 2025 – Con l’attuale calo delle nascite, l’Italia rischia di passare dagli attuali 59 milioni di abitanti a 54,8 milioni nel 2050 e a 46,1 milioni nel 2080, con un crollo della popolazione in età lavorativa stimato dall’OCSE al 34% entro il 2060, tra i più elevati a livello internazionale. Un fenomeno che mette a rischio la competitività del Paese e che impone risposte concrete.
Se n’è discusso nell’incontro “Denatalità e/è Lavoro?”, organizzato da ARPAL Puglia presso l’auditorium Digital Lab della Fiera del Levante, moderato dalla giornalista Maristella Massari. L’appuntamento ha posto al centro la relazione tra natalità, occupazione e sviluppo, con particolare attenzione all’occupazione femminile, alla conciliazione vita-lavoro e alla gestione dei flussi migratori, temi cruciali soprattutto per il Mezzogiorno e le aree interne, più colpite da squilibri demografici e spopolamento.
«Il rischio del blocco produttivo di molte imprese passa dalla denatalità e dallo spopolamento, aggravato dall’emigrazione dei giovani pugliesi – ha spiegato Gianluca Budano, direttore di ARPAL Puglia –. Una delle risposte può venire dai corridoi lavorativi e dai tirocini extra-Ue, che consentono l’ingresso di manodopera qualificata in deroga al decreto flussi, garantendo continuità alle nostre imprese».
Secondo Alessandro Rosina, professore di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano, «la transizione demografica è ormai una crisi strutturale, ma può diventare un’opportunità se si ripensa il modello sociale e di sviluppo, puntando su qualità, sostenibilità e percorsi che permettano ai giovani di realizzare i propri progetti di vita».
Un richiamo condiviso da Silvia Pellegrini, direttrice del Dipartimento Politiche del Lavoro della Regione Puglia: «La Puglia cresce in termini di occupazione e PIL, ma resta forte la povertà del lavoro e l’emigrazione giovanile. Occorre rafforzare formazione e strumenti predittivi per superare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, investendo su ITS e percorsi professionalizzanti».
Sul fronte migratorio, Gianpietro Losapio, direttore generale del Consorzio Nova, ha sottolineato il ruolo strategico dei corridoi lavorativi: «Gli immigrati, adeguatamente formati nei Paesi di origine, possono rispondere ai fabbisogni delle imprese locali, contribuendo a contrastare l’inverno demografico».
L’incontro ha messo in evidenza come la denatalità non sia solo una questione demografica, ma una sfida sociale ed economica che richiede nuove politiche sul lavoro, sull’educazione e sulla gestione dei flussi migratori, per costruire un modello di sviluppo più sostenibile e inclusivo.