venerdì, 6 Dicembre 2024
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13 consiglieri dimissionari: fine anticipata per l’Amministrazione Valente

Dinanzi al notaio tradito dai suoi alleati

Tredici firme per mettere fine all’amministrazione Valente.

Si è consumato nella serata dell’ 11 gennaio l’ennesimo atto notarile con cui a Gravina si scrive la parola fine ad una amministrazione in carica.

Era toccato a Rino Vendola, poi a Giovanni Divella e ora ad Alesio Valente a tre mesi dalla scadenza naturale del suo secondo mandato.

A firmare dinanzi ad un notaio altamurano i nove consiglieri di opposizione e altri cinque della oramai ex maggioranza. Salvatore Capone, Michele Tedesco, Mariella Lupoli, Vincenzo Meliddo e Angelo Lapolla. Nomi e cognomi che il primo cittadino ha ripetuto pubblicamente nel consueto video serale senza risparmiare critiche ai cinque definendo l’iniziativa: “ Un atto brutto, ma soprattutto incomprensibile e inopportuno, a soli quattro mesi dalle elezioni e in piena ondata pandemica”.

Le reazioni della maggioranza dopo la  fine amministrazione Valente

Bocche cucite, almeno ufficialmente, tra i banchi della oramai ex maggioranza con alcuni ex consiglieri che si sono limitati a condividere il video dell’ ex sindaco. Squillano a voto anche i cellulari di Tedesco, Lupoli, Capone.

A spiegare le motivazioni del gesto notarile non si sottrae, invece, Angelo Lapolla consigliere eletto nel 2017 tra le fila della opposizione e passato in maggioranza nel primo consiglio comunale utile. Lapolla, che tuttavia in questi anni non ha mai risparmiato pesanti critiche contro il governo cittadino, difende la scelta dei consiglieri : “Non è un errore porre fine ad una esperienza amministrativa che somiglia ad una monarchia. Sono anni che denunciamo la mancanza di condivisione delle scelte politiche così come di informazione sui provvedimenti ammnistrativi. Non un atto è stato condiviso con i consiglieri. Porre fine all’amministrazione Valente è stato un atto necessario anche per evitare che il sindaco potesse condurre la prossima campagna elettorale da protagonista, raccontando le sue verità e continuando a gestire le risorse comunali a suo piacimento. Il comune di Gravina non è una azienda privata della famiglia Valente” conclude Lapolla.

Commenti e dichiarazione dall’opposizione

Chi invece non lesina critiche all’indirizzo di Valente sono i consiglieri dell’opposizione tra cui le due consigliere pentastellate Lorusso e Colavito attribuendo la paternità dell’iniziativa ai cinque consiglieri di maggioranza.

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“Non è un mistero – spiega Ketty Lorusso – che da mesi proviamo a porre fine all’amministrazione Valente ma ogni volta qualche consigliere di maggioranza si tirava indietro all’ultimo minuto. Questa volta probabilmente la stanchezza ha travolto anche loro” aggiunge Lorusso decisa a rispedire all’indirizzo dell’ex sindaco le accuse di “disinteresse per le sorti della città”.

“Il primo cittadino ha avuto 10 anni per fare grandi cosa in questa città. Ora può raccontare ciò che vuole ma la verità  è nei fatti e negli atti che Valente non ha approvato nell’interesse del paese. Basti pensare solo al totale disinteresse dimostrato nella questione contro il deposito nucleare”.

Parole a cui si aggiungono quelle dell’altra cinque stelle, Raffaella Colavito per cui “il solo colpevole è lo stesso Valente che ha ridotto la città ad un contenitore vuoto. Nel suo video di saluto alla città, l’ex sindaco parla dei tanti fondi intercettati per i progetti di rigenerazione. Ma di quali fondi parla? Tutti i finanziamenti che ha gestito sono rivenienti dalle passate amministrazioni, mentre lui in 10 anni ha solo perso molti finanziamenti presentando progetti vecchi o documentazioni sbagliate. Ha citato il PNRR, ma di cosa parla? Non c’è un solo progetto presentato dal comune. Ciò che posso dire per me stessa e per molti della opposizione è che abbiamo firmato perché la fine dell’amministrazione Valente non può provocare alcun danno al Paese. Ben venga il Commissario che potrà fare sicuramente meglio”.

Difende l’iniziativa notarile anche Michele Lorusso per cui la pandemia da covid 19 non è un motivo sufficiente per mantenere in piedi l’amministrazione Valente: “Ogni momento è particolare ma per quanto riguarda l’opposizione eravamo pronti dal giorno dopo della proclamazione a mettere fine a questo governo non avendo mai condiviso ne i modi, ne i progetti, ne i metodi”.

Storce il naso Ignazio Lovero per cui “le amministrazioni comunali andrebbero sfiduciate in consiglio comunale e non dal notaio. Tuttavia – aggiunge l’ex consigliere – in questi anni abbiamo sempre avuto un atteggiamento costruttivo nei confronti dell’amministrazione, ricevendo solo indifferenza e silenzio. Non so cosa sia successo tra le fila della maggioranza  e cosa abbia convinto i consiglieri a  firmate le dimissioni. Una cosa è certa: la situazione in città era davvero pesante dal punto di vista politico ma anche umano  se si pensa che a tanti è stata negata la libertà di mettere un semplice like ai post critici contro l’amministrazione. Nessuna invidia o rancore nei confronti del sindaco. Abbiamo motivazioni politiche che presto spiegheremo alla città.

Cosa succede ora?

Protocollate ufficialmente le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali, sarà il Prefetto a procedere alla nomina di un commissario prefettizio a cui sono attribuiti tutti i poteri spettanti al consiglio, alla giunta ed al sindaco stesso, in attesa del primo turno utile per le elezioni comunali e l’elezione di un nuovo consiglio comunale.

La strana coincidenza fine amministrazione valente

La firma dei 13 consiglieri arriva a tre anni da quel famoso 11 gennaio 2018 in cui il Tar Puglia aveva accolto il ricorso contro l’amministrazione Valente decretandone la decadenza a pochi mesi dalla proclamazione. Un ricorso firmato dal gruppo Cinque Stelle e dall’ex candidato sindaco del centro destra Mimmo Romita con cui si denunciavano irregolarità nella presentazione delle liste a sostegno di Valente. Un ricorso prima accolto e poi ribaltato dal Consiglio di Stato che a marzo 2018 ha riabilitato l’amministrazione Valente poiché “Questo sistema elettorale ammette il voto disgiunto consentendo all’elettore di votare validamente per il sindaco e per una lista diversa da quelle che a esso sono collegate”.

Nel 2018 valente era ritornato in via vittorio veneto dopo tre mesi di fibrillazioni e carte bollate. In questo 11 gennaio, invece, non ci sono ricorsi ma le dimissioni di massa dei consiglieri sono una sentenza immediatamente eseguibile.

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