sabato, 27 Aprile 2024
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Storie dal Perinei: il racconto di Sara

In questa terza puntata affrontiamo il tema della Grassofobia Medica

La nuova rubrica settimanale IlTag.it con i racconti e le testimonianze dirette.

La testimonianza di oggi mette al centro una tematica delicata, la “Grassofobia Medica”, ovvero la convinzione da parte del personale sanitario che i problemi delle persone in sovrappeso derivino sempre e solo dal loro peso eccessivo. 

Di seguito la storia di Sara, 55 anni.

“Vi racconto la mia esperienza al Perinei, un’esperienza purtroppo poco piacevole e che mi ha portata ad una serie di riflessioni sul personale medico e sulla società in cui viviamo.

Mi sono recata qualche mese fa in ospedale perchè avevo dei dolori frequenti al fianco destro. Ho fatto, quindi, tutti gli esami preventivi sia del sangue che ecografia all’addome.

Per fortuna tutti gli esami erano a posto. Sono andata alla visita medica presso l’Ospedale della Murgia, fissata dopo parecchi mesi, e la prima cosa che mi è stata detta 2 minuti dopo essere entrata nella stanza è stata di perdere peso. Ho spiegato al medico che è vero che sono fuori forma ma che a 55 anni avrei voluto approfondire con altri accertamenti (in vista anche della menopausa). E’ lì che il medico mi ha guardata con una faccia schifata dicendo che erano solo scuse per mangiare tanto e male, che avrei dovuto fare una dieta e muovermi di più. Io ho risposto che non mi conosceva e non sapeva nulla del mio stile di vita, e che non poteva ricondurre tutto con certezza al mio corpo. Ho detto che avrei voluto approfondire con altri esami ma lui è stato categorico e per poco non mi cacciava via dalla stanza perchè, a suo dire, stavo facendo perdere solo tempo.

Mi sono sentita umiliata e impotente, ricordo ancora il disprezzo che ho letto negli occhi di quel medico. Non lo dimenticherò mai, una totale mancanza di umanità. Inoltre, non ho compreso la sua superficialità di ricondurre tutto al mio peso, a priori e senza entrare nel merito degli esami fatti.

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Non sono più tornata in quell’ospedale, ho approfondito in un’altra struttura sanitaria dove ho ricevuto una diagnosi corretta. E il peso c’entrava poco. Non mi va di dire il nome del medico perché quello che conta è far emergere questa problematica legata ad un comportamento diffuso e che credo sia comune a molti.

Io penso che la mia esperienza al Perinei possa essere estesa anche al di fuori. Esiste, a mio parere, uno stigma da parte dei professionisti sanitari poco raccontato, ma che troppo spesso ostacola e peggiora lo stato clinico del paziente. Qualunque sia il motivo di una visita e senza conoscere il paziente, insomma, il medico fa necessariamente cenno al peso come “ingresso prioritario” di ogni problema. Troppo spesso e a prescindere dai sintomi e dai motivi che portano un paziente in uno studio medico o in ospedale, il primo commento è riferito al peso e alla forma fisica considerate le cause principali di altri malanni. Questo comportamento porta le persone a vergognarsi di se stesse e evitare i controlli.

La paura verso i corpi grassi è dilagante e si manifesta in ogni ambito, i social media non fanno altro che amplificare questa fobia. Inoltre, c’è una massiccia pubblicità verso le diete miracolose e una condanna al grasso. Diete nel 90% dei casi fallimentari e anticamera dei disturbi alimentari. Se è giusto lottare contro l’obesità, non bisogna confonderla con la lotta contro le persone che vivono l’obesità. 

Dal personale medico, soprattutto, mi aspetto che nel 2022 si vada oltre questo pregiudizio e si prendano in considerazione altre variabili rispetto al peso.

E poi basta discriminare la gente per il proprio corpo!”.

APPUNTAMENTO ALLA PROSSIMA PUNTATA PER UN ALTRO RACCONTO!

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*le testimonianze resteranno anonime

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