lunedì, 2 Dicembre 2024
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Al via il progetto per il recupero dei tratturi e delle vie della transumanza

Puntare anche su jazzi e antiche masserie per valorizzare le strade della transumanza

Entra nel vivo il percorso per il recupero dei tratturi.

Fondi comunitari e cooperazione territoriale per valorizzare i territori rurali. Un progetto da portare a termine nel giro dei prossimi dieci anni, utilizzando finanziamenti statali e comunitari per recuperare le antiche vie della transumanza e della civiltà.

Il progetto per il recupero dei tratturi

Tratteggiati i percorsi e delineate le principali azioni volte al recupero ed alla fruizione degli antichi tratturi pugliesi, il Comune di Gravina in Puglia – che già nel 2019 aveva siglato un accordo preliminare di partenariato ha partecipato ad un incontro nel corso è stata sottolineata l’importanza dell’inserimento, nell’ambito del progetto del territorio di Gravina, costellato da antichi jazzi e masserie ormai in disuso, alle quali conducevano proprio le vie della transumanza.

Al tavolo tecnico hanno preso parte enti e associazioni aderenti al programma Terre Rurali d’Europa (TRE), tra i quali diversi Comuni di Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise e Puglia. Gravina, in particolare, è interessata perché attraversata dal tratturo Melfi-Castellaneta: denominato anche Regio Cammino di Puglia, con una lunghezza totale di circa 140 chilometri attuali, costituiva uno dei tratturi più importanti presenti nel sud Italia e, sino al XVIII secolo, rivestiva un ruolo importante per il trasferimento delle greggi verso i pascoli estivi montani della Lucania interna e lungo l’Ofanto e l’Irpinia. Nel tratto ricompreso tra Poggiorsini e Gravina esso ripercorreva in parte strade oggi asfaltate, come la S.S. 96 Barese, per poi proseguire fino a Castellaneta, col nome di Tratturo Tarantino, seguendo in parte il vecchio tracciato della via Appia. L’iniziativa, v’è da specificare, nasce come corollario del progetto di cooperazione transnazionale Vie e civiltà della transumanza patrimonio dell’umanità, che nella primavera del 2018 ha concluso le attività per la consegna del fascicolo di candidatura Unesco per il riconoscimento immateriale della transumanza, individuando e tracciando i percorsi tratturali e delle vie pecuarie in Albania, Austria, Francia, Grecia, Spagna, Svezia e, naturalmente, Italia. Da qui la promozione di attività volte a favorire il recupero – nell’arco del prossimo decennio – del sistema integrato di utilizzo delle antiche vie della transumanza e delle grandi vie della civiltà, valorizzando il sistema socio-economico delle Terre Rurali d’Europa

Il ruolo del Comune di Gravina

“Con questa iniziativa – spiega l’assessore Felice  Lafabiana  – s’intende agire sulla ristrutturazione e sul recupero funzionale di queste antiche strutture, monumento di una cultura contadina e pastorale da preservare e tramandare, nell’ambito anche di un ragionamento basato sul turismo lento, per la creazione di nuove prospettive anche in ottica occupazionale”. 

L’intero progetto sarà finanziato con i fondi del Piano operativo nazionale Italia progetto per il Sud e della  programmazione comunitaria 2021-2028.

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