Michele Debenedictis ha una passione per lo sport che gli scorre nelle vene. Te ne accorgi subito da come ne parla, dal sorriso stampato sul volto e dagli occhi che s’illuminano. Quella luce che sopravvive sempre e comunque, che fa trovare un senso alle cose della vita anche nei momenti più difficili. Si sale e si scende, si cade e ci si rialza: una regola che insegna lo sport e che permette di rispondere alle difficoltà della vita nel modo migliore.
Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con l’atleta e maratoneta gravinese Michele Debenedictis, per tutti “Caporale”, una vera forza della natura, dalla resistenza fisica invidiabile nella corsa e capace di imprese straordinarie.
Parlaci un po’ di te e della tua passione
Ho iniziato per curiosità e per scherzo. Ho risposto all’invito a correre di un amico e ho indossato un paio di scarpe antinfortunistiche, le uniche con gomma alla base che avevo. Con quelle scarpe ho fatto i miei primi 5 km. Pian piano la cosa ha cominciato a piacermi, mi sono iscritto all’associazione “Dorando Pietri” di Gravina e nel 2006 ho corso la mia prima maratona. Ho scoperto una passione mentre mi spingevo oltre perché il mio fisico me lo permetteva. Dal 2006 al 2018, e fino al periodo Covid, ho partecipato a gare in tutto il mondo, raggiungendo traguardi importanti.
Parlaci di qualche gara a cui hai partecipato, vittorie e record conquistati
Non mi piace parlare delle mie performance, non essendo un professionista. Ho fatto tutto a mie spese e oggi sono orgoglioso di definirmi “lo spartano di Gravina”. Sono una persona a cui lo sport ha dato tanto, mi ha permesso per prima cosa di aprire il mio cuore.
In questo momento sei fermo per via di un problema di salute?
Sto lottando contro un cancro all’encefalo con estrema forza, è un nemico da distruggere e non vedo l’ora di gareggiare di nuovo.
Un campione come te ha la tempra per superare gli ostacoli. Cosa è cambiato nel tuo modo di vedere il mondo e la vita?
Dopo essere stato attaccato per la seconda volta da questo mostro cattivo che si è appropriato del mio encefalo, sto lottando con tutte le mie forze con tanta fede. Ho massima fiducia nella sanità italiana, non ho paura. Non posso perdere la mia famiglia, il mio tesoro più grande. Penso spesso, da credente, che il Signore mi ha mandato questo ostacolo perchè sa che l’avrei accettato e superato.
È scattato sui social un importante sostegno da parte di altri atleti e amici, un bell’esempio dei sani valori dello sport che unisce e rende migliori?
Il sostegno che sto ricevendo mi fa commuovere e mi fa capire quanta bellezza c’è nelle persone e nel mondo. La mia storia ha appassionato tutte le persone che conosco ed ero sicuro avrebbero usato delle belle parole, perchè penso di essere stato sempre corretto nel fare e dire le cose. Sono tanti i messaggi di affetto e sostegno, in questo mio momento difficile, che ricevo quotidianamente da conoscenti e atleti, m’invitano a non mollare e ad essere forte. Ma io non mollo, sono un combattente e anche questa sfida la vincerò io!


