Ci arriva e pubblichiamo la lettera aperta alla città del sindaco di Gravina in Puglia, Fedele Lagreca, per celebrare i 300 anni dall’elezione di Benedetto XIII a Papa.
“Carissimi,
è con orgoglio, commozione e gratitudine che sento di parteciparvi la mia gioia infinita per le celebrazioni per i 300 anni da quando, il 29 maggio 1724, il nostro concittadino Frà Vincenzo Maria Orsini, al secolo Pierfrancesco, divenne Papa col nome di Benedetto XIII, il 245° nella storia della Chiesa Universale.
Trecento anni di storia potranno e dovranno essere un momento di necessaria riflessione, pensando che dal 2012 è stato avviato il Processo di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Benedetto XIII, promosso dal Centro Studi a lui intitolato, grazie alla decisa e maturata convinzione della sua innata santità. In questo giorno solenne, pensare che la città potrebbe essere coronata dalla dichiarata ed ufficiale proclamazione di santità di un suo figlio illustre, non dovrebbe solo farci riprendere il cammino della nostra identità, ma dovrebbe indurci a credere nella certezza dell’appartenenza a quel passato costruito sul e per il bene altrui. Per servizio, per abnegazione, per vocazione e non per prestigio e né per carriera.
Egli fu coerente nella fede, nella speranza, nella carità, nell’altruismo, come i santi. Che vanno conosciuti per la loro umiltà e semplicità. Pierfrancersco Orsini, rinunciando ai privilegi di corte, del suo nobile casato, nel vestire le bianche lane della famiglia domenicana, mai pensando di diventare papa, è stato l’umile operaio nella grande vigna del Signore. Padre e Pastore.
Da Manfredonia a Cesena, da Benevento a Roma. Il pensiero agli ultimi, agli emarginati, agli ammalati lo ha reso grande agli occhi di Dio e di quegli uomini che, alla sua morte, hanno gridato Santo subito. Io sono fiero di lui. Ognuno di noi deve sentirsi fiero e forte nel pensare che la sua grandezza è stata quella di essere piccolo, nascosto nei misteri della divinità, facendosi servo dei servi di Dio. Lui è stato un modello, un esempio per tutti. Mons. Giovanni Tria, vescovo di Larino e biografo dell’Orsini, scrisse: “il suo zelo si poteva ammirare, ma difficilmente imitare“.
Mons. Vernanzio Piersanti di Matelica, Maestro delle cerimonie apostoliche durante il suo pontificato, nella sua orazione funebre in memoria del pontefice, pronunciò, tra l’altro, le seguenti parole: “Egli eccelse per quella santità di vita che spinse nello stesso modo all’ammirazione anche i più sapienti. Le sue doti e le nobili azioni la cui vita, illustre di esempi di solide virtù, fu lontana sempre da ogni simulazione e da artifizi di amplificazione“. San Filippo Neri, di cui l’Orsini fu devotissimo, diceva: “Un vescovo aspira alla stella polare Cristo, non al punto cardinale”.
Questa fu la vita del cardinale, dell’arcivescovo e del papa gravinese.
Con gioia vi ho comunicato i miei sentimenti, convinto che fossero e sono anche i vostri, perché se la nostra città potrà assurgere ad un alto livello di conoscenza, di gradimento ed apprezzamento, lo dovrà anche a chi ha saputo costruire, vivendo in obbedienza, in silenzio, in povertà la sua vita con il prossimo e per il prossimo.
Agli ingressi della nostra città ci sono i cartelli: Benvenuti nella città di Benedetto XIII. Mi auguro che diventino: Benvenuti nella città di San Papa Benedetto XIII”.