E’ affidato ad un post social di martedì 29 agosto, pubblicato sulla pagina ufficiale, l’annuncio della chiusura definitiva del Cinema Sidion, unico “grande schermo” di Gravina. Il post è intitolato “The End”, è una comunicazione lapidaria e senza colpi di scena.
La notizia circolava da tempo (già dal 31 marzo scorso) ma ha comunque lasciato tanta tristezza in molti cittadini gravinesi che hanno voluto esprimere via social il proprio pensiero e manifestare la propria tristezza e rabbia. Le motivazioni della chiusura sarebbero legate ad un contenzioso familiare. Pare c’entri poco la crisi cinematografica degli ultimi anni che ha di certo svuotato le sale di spettatori in tutto il mondo e riempito i divani di casa “grazie” alle piattaforme a pagamento.
Certo è che tutto è cambiato, la fruizione cinematografica e anche noi. Come spesso accade, volenti o nolenti, indietro non si torna. Un segnale di cambiamento nelle abitudini di consumo cinefile si era già avuto negli anni ’80 con l’arrivo delle videocassette, portando molta meno gente a frequentare le sale e all’inizio della fruizione home video.
Sono lontani i tempi in cui Titanic affollava la sala per mesi interi o quando, trepidanti, aspettavamo l’uscita dell’ultimo capolavoro Disney. Difficile pensare che Gravina resti orfana di un cinema ma, già da tempo, il pubblico preferiva recarsi nei più moderni multisala fuori dalle mura cittadine.
Titoli di coda, quindi, per uno degli ultimi contenitori culturali della città in cui continuano a venir meno le attrattive sociali e gli importanti centri di aggregazione per giovani e non solo. Gravina pullula di attività ristorative e nuove costruzioni abitative ma conta, al momento, di un solo teatro privato, pochissime strutture sportive e nessuna piscina.
In molti chiedono a gran voce un intervento concreto dei privati, come successo per il Mercadante ad Altamura, per rimettere in sesto uno dei due teatri abbandonati (Mastrogiacomo e Centrone) e investire maggiormente nella crescita culturale della comunità.
Un grande colpo per la cultura cinematografica gravinese che resta così orfana di un punto di riferimento ma, soprattutto, per i ricordi indelebili che lascia in ogni spettatore. Quarant’anni di storia che ha fatto vivere e sognare intere generazioni.
“Anni di lotte per non togliere dei sogni a chi ama il cinema e soprattutto unico luogo di aggregazione e di cultura del paese. Volevamo continuare a farvi sognare, stupire e socializzare in un luogo storico che avrebbe festeggiato i suoi 50 anni nel 2024. Grazie a chi ha riempito le nostre sale e i nostri cuori, a chi si è fermato a darci sostegno per andare avanti nella battaglia e a chi dopo la proiezione si è fermato a commentare per ore il finale del film.” Queste le parole con cui la famiglia di Michele Mastrogiacomo ringrazia e chiude il cinema della città di Gravina. Concludendo con una frase che lascia un barlume di speranza per il futuro: “il grande schermo ci ha insegnato che spesso il finale rimane aperto.”
Ci auguriamo che, in qualche modo, la magia del cinema continui e che sia solo un arrivederci.