La pasta fresca ha una tradizione antica fatta di manualità e gesti ripetuti, di un passato che oggi ci sembra così remoto e in cui il termine “km zero” non esisteva ma aveva davvero concretezza nella vita di tutti i giorni. Quando lavoro e famiglia erano al centro di tutto il vivere quotidiano, e il tempo era scandito dal lavoro nei campi, dal sole, dalla pioggia e dallo scorrere delle stagioni.
É la storia del territorio altamurano che parla attraverso i ricordi e il recupero degli antichi mestieri, di un tempo antico che affascina per la sua semplicità. Con una punta di nostalgia per quella vita genuina non solo per il cibo messo a tavola, ma anche e soprattutto per le relazioni sociali in presenza (niente da spartire con il virtuale).
Recuperare la cucina tradizionale e salvaguardare gli antichi mestieri è una missione per Lilla Simone del “Club delle Orecchiette”, per non dimenticare chi siamo e da dove veniamo e tramandare agli altri un sapere antico che deve sopravvivere nel tempo.
Di seguito, la nostra piacevole chiacchierata con Lilla Simone.
Ci parli un po’ di lei e di cosa si occupa
Sono Lilla Simone, ho 62 anni e sono di Altamura, mi occupo di cucina tradizionale. Sono una cuoca, mi piace molto viaggiare e visitare posti nuovi, scoprire nuove culture.
Lei è la fondatrice del Club delle Orecchiette, da chi è formata l’associazione? Fate pasta fatta in casa per quali occasioni?
Nel 2017 ho messo su una associazione culturale chiamata Club delle Orecchiette con finalità di promozione del territorio e salvaguardia dei vecchi mestieri, come quello della pasta fatta in casa. L’associazione è fatta di uomini e donne, insieme organizziamo laboratori di pasta con l’obiettivo di tramandare alle nuove generazioni la cultura del saper fare. Creare manipolando semola e acqua, dando vita a formati di pasta tipici pugliesi come orecchiette, cavatelli o capunti, tagliolini, tagliatelle ecc…
Con l’associazione tiene laboratori per imparare a fare la pasta, chi partecipa? Giovani e anche uomini?
La partecipazione è trasversale e raccoglie tutte le fasce di età e di sesso. Uomini, donne e bambini si mettono in gioco e tutti si divertono tanto a mettere le mani in pasta.
Pasta uguale tradizione e ricordi, ce ne racconta uno a cui è particolarmente legata?
Insegnare a fare la pasta mi porta indietro nel tempo. Ricordo che con mia nonna ho imparato ad impastare il pane, era un rito che si ripeteva ogni martedì della settimana. Mia nonna mi mandava al mulino con un sacchetto di grano e facevo il baratto con la farina, la portavo a casa e iniziavamo l’impasto. Spesso preparavamo la pasta in casa, il formato che non mi riusciva bene era proprio l’orecchietta.
Prossimi impegni e appuntamenti?
In questo periodo siamo impegnati nell’organizzazione di 11 weekend di laboratori ad Altamura dedicati all’arte bianca, iniziati il 30 settembre e si concluderanno il 10 dicembre.
Il titolo del progetto è “Di cotte e di crude: storie di pasta”*, realizzato nell’ambito di un bando regionale La Puglia per la Parità.
*info e contatti nella locandina


