venerdì, 26 Aprile 2024
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Centinaio a IlTag.it: «Ecco il piano del Governo per salvare l’agricoltura italiana» Tutti i dettagli

"Siamo al lavoro per aiutare il settore primario alle prese con il caro-energia e la crisi in Ucraina"

“Puntare alla sovranità alimentare”.

È questo l’obiettivo del Governo italiano dopo la crisi dell’agricoltura scoppiata in maniera lampante a poche ore dall’inizio della guerra in Ucraina, ad oggi il vero granaio d’Europa.

Il governo di Roma corre ai ripari e cerca misure concrete con effetti, possibilmente immediati.

A spiegare quali sono le iniziative adottate dal Governo centrale è il sottosegretario delle politiche agricole alimentari, Gian Marco Centinaio, che alle domande de Il Tag,.It illustra una serie di provvedimenti.

“Nei giorni scorsi il Governo ha già messo in campo alcuni provvedimenti come la rinegoziazione e la ristrutturazione dei mutui agrari; è stato incrementato di ulteriori 35 milioni di euro il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura già previsto dalla Legge di bilancio. Si è agito sulle accise dei carburanti, sui crediti d’imposta, sulle misure di monitoraggio e trasparenza dei prezzi, sulla rateizzazione delle bollette energetiche, sull’autotrasporto. Inoltre è stata ampliata la possibilità di utilizzare il digestato come fertilizzante per terreni”.

Il sottosegretario tuttavia sottolinea che la guerra in Ucraina ha solo peggiorato la crisi già in corso con lItalia, paese che da tempo ha rinunciato alla produzione di agroalimentare made in Italy.

“Il settore dei cereali stava soffrendo ancor prima che scoppiasse il conflitto in Ucraina – dice chiaramente il sottosegretario –  Per quanto riguarda il grano già dallo scorso autunno c’erano forti criticità dovute alla minore produzione in paesi come Canada e Stati Uniti. A questo si è aggiunto il caro-energia unito all’aumento dei costi delle materie prime, dalle sementi ai fertilizzanti. Infine è scoppiata la guerra. Se poi aggiungiamo che un paese come la Cina nel 2021 ha fatto speculazione, comprando moltissimi cereali e acquistando le produzioni del 2022, è chiaro che il mercato di questo settore era stato messo in ginocchio prima della crisi ucraina. Sono bastate poche settimane a far comprendere come sia stata una scelta poco lungimirante quella di dipendere da altri paesi per materie prime come grano e mais, ma pensiamo anche al caso dell’olio di girasole, fornito quasi interamente dall’Ucraina. Coltivarli non era più economicamente vantaggioso e quindi gli agricoltori hanno puntato su altro. Ora è necessario ragionare nell’ottica di una sovranità alimentare. Sono sempre stato convinto che occorra lavorare per avere più prodotti coltivati, allevati e pescati in Italia. Oltre a questo occorre un piano europeo sull’agroalimentare, perché il comparto abbia la centralità che merita nelle agende degli stati membri”.

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In che modo?

Dall’Europa c’è stata una prima risposta alle richieste avanzate dall’Italia, è stato previsto di derogare agli obblighi Pac sui terreni a riposo. In Italia potranno così essere recuperati alla coltivazione 200 mila ettari di terreno per ridurre la dipendenza dall’estero di mais e grano duro e tenero. È stata anche usata la riserva di crisi da 500 milioni della Pac, di cui circa 50 milioni saranno destinati all’Italia. Questo è un inizio per un cambio di rotta. Ma c’è ancora molto da fare. Sicuramente la risorsa acqua è fondamentale per il settore primario, e non solo. E i cambiamenti climatici e la siccità che viene registrata in regioni dove prima non riscontravamo questo problema ci pongono davanti a scelte urgenti.

Scelte che potranno essere attuate con i fondi del Pnrr un pacchetto di aiuti economici inviati dall’Europea e racchiusi nel Piano di Resilienza.

Quanto è stato stanziato per il settore agricoltura?  

“Si tratta di risorse che ammontano a circa sei miliardi di euro e riguardano progettualità specifiche legate ai sistemi irrigui (880 milioni), ai contratti di filiera (1,2 miliardi), alla meccanizzazione (500 milioni), alla logistica (800 milioni) a cui si aggiungono le risorse per la produzione di energia da fonte solare. Ci sono poi altri investimenti che incidono sul settore agricolo e agroalimentare, come le risorse stanziate per gli impianti di biogas e biometano, quelle per l’economia circolare e per l’innovazione. E’ stato firmato il decreto Agrisolare da 1,5 miliardi di euro e pochi giorni fa è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale che disciplina i criteri, le modalità e le procedure per l’attuazione dei Contratti di filiera e di distretto previsti dal fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo provvedimento permetterà di definire l’iter istruttorio, la procedura di valutazione per la selezione dei progetti e le modalità di finanziamento” conclude il sottosegretario Centinaio che in coda rassicura le famiglie “L’assalto a farina e pasta è ingiustificato” .

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