martedì, 22 Aprile 2025
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Gravina, “LoURA” è il nuovo brano di Paologatto

Intervista al cantautore e attore gravinese

Paolo Iacovelli, in arte Paologatto, è un’artista trasversale: autore, performer e pensatore libero, come ama spesso definirsi. La sua ultima opera, LoURA, è dedicata alla sua compagna di vita ma ha anche altri significati condivisibili.

Abbiamo sentito Paologatto per alcune domande e per saperne di più sul suo nuovo brano.

Fai musica da molti anni, parlaci un pò di te.

Sono un cantautore, attore e creativo che da quasi trent’anni scrive, canta e suona
le sue canzoni; recita e idealizza! Ho pubblicato un album con una importante
etichetta e poi mi sono autoprodotto per altre decine di canzoni e video, tutti
pubblicati gratuitamente e fruibili on-line. Scrivo anche per altri interpreti, cosa che
mi piace molto. Ho scritto e recitato in numerosi spettacoli e realizzato performance
di vario genere. Sono laureato in Filosofia e Storia, e l’amore per la scrittura in tutte
le sue sfaccettature mi ha portato negli ultimi anni ad appassionarmi e poi
conseguire un diploma in Storytelling e scrittura d’azienda. Questo è praticamente ciò
che faccio al momento, parallelamente alla produzione dei miei brani.

Il tuo nuovo bravo è un omaggio all’amore e alla tua Laura, come è nato?

Come accade per tanti brani anche questo è nato in un momento di forte crisi
emotiva e psicologica. Il testo racconta di episodi realmente accaduti, ma è scritto
in maniera del tutto istintiva, tant’è che conservavo in mente la melodia della
canzone già da tempo, con l’idea di darle tutto un altro significato. Si può facilmente
notare, infatti, come tra la prima e la seconda strofa ci sia un cambiamento di tema,
una sorta di “voltare pagina”, che però dà alla canzone quel parallelismo tra l’amore
in senso ampio e universale e quello per una donna. Perciò un “voltare pagina” sì,
ma dello stesso libro!

Nel ritornello si ripete la frase “un po’ più in là”, è un augurio a far
continuare la vostra storia d’amore? 

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Questo augurio mi accompagna quotidianamente, con Laura abbiamo fatto molta
strada appoggiandoci e spronandoci costantemente l’un l’altro nella costante
ricerca di una crescita personale sia umana che professionale. E in effetti siamo
cresciuti molto, fino a scegliere di mettere al mondo la nostra primogenita, una
bambina di due anni che adesso è la nostra prima ragione di vita.
Venendo specificatamente al testo del ritornello, intendo “un po’ più in là” come se
significasse “Oltre”, infatti nel lancio all’inciso suggerisco: “chi vuole resti, chi deve
scappi…ci si vedrà un po’ più in là”.

Credo che ognuno sarà sempre libero di fare le sue scelte, ma alla fine dei giochi è il destino a decidere del rapporto tra due o più persone, in base a ciò che profondamente si sono scambiate. Ben oltre i comportamenti, gli errori istintivi e gli orgogli personali. Una sorta di karma che torna sempre a definire ciò che è stato lasciato incompiuto o compiuto male.

Nel video ci sono frammenti dei momenti più belli di 10 anni insieme con Laura, pensi che le immagini che catturano il reale arrivino meglio al pubblico?

In realtà non c’è stata alcuna scelta nella stesura della “sceneggiatura” del video; raccogliere le reali immagini estratte dai nostri smartphone è stato istintivo e naturale. Quando ho pensato al video era nella mia testa già in quella forma: senza alcuna recitazione, né drammaturgia, solo una raccolta d’archivio del tempo trascorso insieme ed alcune delle relative emozioni provate, e che spero traspaiano nelle clip. Se “arrivano” allo spettatore non posso dirlo, ciò che posso garantire è che sono profondamente sincere e non c’è stata alcun intento “commerciale” nella realizzazione del videoclip.

La canzone, citando un tuo pensiero, tratta anche di un umanesimo sociale. Ci spieghi meglio cosa intendi? E quanto conta parlare di amore puro e vero anche sui social?

Tutta la prima strofa parla in realtà delle aspettative che mi avevano illuso durante il periodo del Covid, quando ho creduto che alla fine della storia le persone imparassero la fondamentale lezione dell’unità sociale e umana. La grande delusione, nel post-Covid, nel vedere la gente ancora più incattivita e aggrappata al proprio orticello.

Le scelte dei governi che si sono succeduti, tutte indirizzate a creare distanza sociale e capri espiatori, mi ha lasciato davvero mortificato e a lungo depresso. L’amore di cui parlo, e che poi rivolgo in Loura come fosse un esempio, parla di quella umanità e unità sociale che stiamo poco alla volta perdendo senza nemmeno rendercene conto. Un percorso al contrario, sempre (a mio avviso) ben oliato “dall’alto”, da chi sa bene che governare un popolo spaventato e ridotto alla sopravvivenza economica è più semplice che gestire anime e menti pensanti.Che si parli o no di Amore per il prossimo sui social, nei media di massa o nelle aule parlamentari, non ha importanza: quella è l’unica verità e l’unica via, e quale che sia il metodo che cambierà l’andazzo, sarà endemico che l’andazzo cambierà.

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