Entro il 15 marzo sul tavolo del Ministero per la transizione ecologica giungerà la prima proposta della Cnai, la carta dei siti idonei ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e relativo Parco Tecnologico. Queste le ultime notizie che arrivano da casa Sogin, la controllata dello Stato a cui è stato affidato il compito di progettare il deposito e curarne la gestione.
Del resto è stata proprio Sogin a curare l’intera proceduta per la progettazione del Deposito, lo studio delle aree potenzialmente idonee e l’intero percorso dedicato alla consultazione pubblica sulla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi).
Un percorso avviato da Sogin il 5 gennaio 2021 con la pubblicazione della mappa dei siti potenzialmente idonei e durato esattamente un anno.
Tempo durante il quale sono state raccolte oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte da 322 soggetti (privati, istituzioni, portatori di interessi) per lo più tutti contrari ad ospitare l’infrastruttura nei territori di interesse, lamentando anche carenze documentali e studi superficiali, o quanto meno poco aggiornati, sulla reale natura dei territori proposti nella Cnapi.
La palla passa ora al governo.
Entro il 15 marzo Sogin trasmetterà la proposta di Cnai al Governo italiano, chiamato ad approvarla e ovviamente a pubblicarla.
Regioni ed enti locali potranno presentare le proprie manifestazioni d’interesse (non vincolanti) e, dopo ulteriori passaggi, si potrà procedere alla localizzazione del Deposito.
Il percorso, ampiamente partecipativo, deve necessariamente arrivare ad una scelta finale. Come è stata ampiamente ribadito in sede ministeriale e durante il dibattito pubblico, l’Italia non può, sia per ragioni di economia sia soprattutto per ragioni di sicurezza, continuare ad avere una miriade di siti nucleari e di mini-depositi dove vengono “smaltiti” i rifiuti nucleari dovuti alla produzione industriale e alle apparecchiature sanitarie.
Secondo la tabella di marcia resa nota lo scorso anno, entro l’estate il Governo si pronuncerà definitivamente sull’allocazione del Deposito. E’ pur vero che la crisi Ucraina – Russia e la relativa incertezza che il conflitto sta provocando sulla politica internazionale, rischiano di far slittare, ancora una volta, la decisione finale.
La vicenda per l’allocazione del Deposito sta creando non poca preoccupazione nel territorio dell’Alta Murgia se si considera che sono diverse le aree “potenzialmente idonee” individuate. Nella Cnapi pubblicata lo scorso anno figurano tra le zone giudicate “molto interessanti” la zona a cavallo tra le Murge e la provincia di Matera ovvero un sito a ridosso del Bosco Difesa Grande nel territorio di Gravina; due vaste aree tra Bari e Matera ed esattamente nel territorio di Altamura e una nella provincia di Matera oltre ad altre due zone ampie fra Matera e Taranto (Laterza).