Nuova rubrica del Tag.it in collaborazione con la docente di latino e greco Anna Cornacchia.
Storie senza tempo in cui il mito sopravvive anche ai giorni nostri.
Il termine mythos indicava, in origine, ogni racconto in cui si cercava di dare una risposta, dettata dall’immaginazione, agli interrogativi sulla genesi dell’Universo, sull’esistenza umana, sui fenomeni naturali, sulle cause degli avvenimenti, sui sentimenti, sulle emozioni e sui comportamenti degli uomini.
L’uomo antico si sentiva circondato in ogni sua esperienza da forze sconosciute, sia benigne sia maligne. Egli avvertiva tali presenze e successivamente, ricordando le proprie impressioni, le personificava e le rendeva autonome figurazioni mitiche che prendevano vita in racconti affidati alla tradizione orale.
Anche oggi il mito contiene un patrimonio di idee, tradizioni, istituzioni sociali e religiose, genealogie che costituiscono tutta la cultura occidentale, nel senso lato del termine.
Nei racconti mitologici ciascuno si riconosce, si identifica e ritrova i valori della civiltà a cui appartiene. Il mito permea di sé la poesia e tutte le arti, come paradigma etico ed estetico.
Nel nostro inconscio collettivo permangono contenuti mitici, divenuti l’espressione universale di desideri, necessità, aspirazioni, fantasia e problemi di ciascuno di noi.
Il mito della bellezza e della potenza
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Narcissus
Narciso, il giovane che si innamorò di se stesso
La vita del giovane Narciso, figlio della ninfa Linope e del Cefiso (fiume della Beozia), era segnata da una profezia dell’indovino Tiresia: il fanciullo sarebbe giunto alla vecchiaia solo se non avesse mai conosciuto se stesso.
Non curandosi delle Ninfe e delle lodi che riceveva, il bellissimo Narciso era arrivato all’età di sedici anni dedito alla caccia e alla vita nei boschi.
Ma il destino avrebbe presto confermato l’ineluttabilità della profezia. Un giorno, sfinito dal caldo e dalla fatica, il giovane si chinò a bere ad una fonte e vide la propria immagine riflessa nell’acqua. Immediatamente fu preso da una passione ardente per quella forma che vedeva e non riusciva ad afferrare, che rispondeva ad ogni gesto e che scompariva a ogni minimo incresparsi dell’acqua. Fu questa passione a consumarlo: egli morì di struggimento e di dolore per non poter abbracciare il suo corpo, per essere lui stesso l’oggetto di un desiderio che non poteva essere appagato. Al suo posto nacque un delicato fiore bianco che ancora oggi porta il suo nome.
Il significato di Narcisismo
Narcisismo é un termine di uso comune nel linguaggio moderno, a indicare colui che dedica eccessiva attenzione a se stesso e alla sua persona.
Il tema dell’illusione e dell’immagine riflessa trovò nella sensibilità barocca, e in quella decadente, gli sviluppi più suggestivi. In campo figurativo, l’esempio più significativo è rappresentato dalla tela di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610), ove la figura bellissima del giovane, inondata di luce, emerge isolata da uno spazio scuro e impenetrabile.
Secondo Sigmund Freud, nella introduzione al narcisismo: “L’uomo non vuole essere privato della perfezione narcisistica della sua infanzia e se – importunato dagli ammonimenti altrui e dal destarsi del suo stesso giudizio critico – non è riuscito a serbare questa perfezione negli anni dello sviluppo, si sforza di riconquistarla nella nuova forma di un ideale dell’io. Ciò che egli proietta avanti a sé come proprio ideale è il sostituto del narcisismo perduto dell’infanzia, di quell’epoca in cui egli stesso era il proprio ideale”.