sabato, 15 Marzo 2025
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Siamo MITIci: storie senza tempo. Rubrica su mito e contemporaneità

Quarta puntata. "Pigmalione: la potenza illusionistica dell'arte"

Nuova rubrica del Tag.it in collaborazione con la docente di latino e greco Anna Cornacchia.

Storie senza tempo in cui il mito sopravvive anche ai giorni nostri.

Il termine mythos indicava, in origine, ogni racconto in cui si cercava di dare una risposta, dettata dall’immaginazione, agli interrogativi sulla genesi dell’Universo, sull’esistenza umana, sui fenomeni naturali, sulle cause degli avvenimenti, sui sentimenti, sulle emozioni e sui comportamenti degli uomini.


L’uomo antico si sentiva circondato in ogni sua esperienza da forze sconosciute, sia benigne sia maligne. Egli avvertiva tali presenze e successivamente, ricordando le proprie impressioni, le personificava e le rendeva autonome figurazioni mitiche che prendevano vita in racconti affidati alla tradizione orale.

Anche oggi il mito contiene un patrimonio di idee, tradizioni, istituzioni sociali e religiose, genealogie che costituiscono tutta la cultura occidentale, nel senso lato del termine.

Nei racconti mitologici ciascuno si riconosce, si identifica e ritrova i valori della civiltà a cui appartiene. Il mito permea di sé la poesia e tutte le arti, come paradigma etico ed estetico.

Nel nostro inconscio collettivo permangono contenuti mitici, divenuti l’espressione universale di desideri, necessità, aspirazioni, fantasia e problemi di ciascuno di noi.

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Pigmalione: la potenza illusionistica dell’arte

Secondo la più antica tradizione Pigmalione, re di Cipro, innamoratosi di una statua d’avorio di Afrodite, ottenne dalla dea che questa diventasse viva per unirsi a lui.

OVIDIO E IL MITO DEL PIGMALIONE

Ovidio rielabora il mito e costruisce intorno a Pigmalione la sua favola più originale. L’uomo non più presentato come un sovrano, ma raffigurato come uno scultore, assume una profondità psicologica, è colto nella sua timidezza e introversione. Sdegnato per i vizi e la vita corrotta delle donne, si apparta e rinuncia alle nozze: rifiuta la realtà e si rifugia nell’arte. Nel suo isolamento vagheggia una donna ideale e la plasma in una statua bellissima, di cui si innamora. Alla festa di Venere, egli chiede alla dea di concedergli in sposa una donna somigliante alla sua opera d’arte. Venere, che legge nel suo animo, fa sì che egli col suo amore susciti la vita nella sua creatura. La statua, sotto le carezze di Pigmalione, si anima e diventa persona vivente. La vicenda di un amore innaturale, forse morboso, si trasforma in una delicata storia d’amore.

IL TEMA DELL’ARTE

Ovidio incentra questa favola sul tema dell’arte che consente la fuga dalla mediocre realtà: l’artista, attraverso la sua fantasia creativa, raggiunge una perfezione estetica quale mai la natura potrà produrre. “L’aspetto è quello di una fanciulla vera, che tu potresti credere viva e che voglia muoversi, se non la frenasse il pudore” (Ovidio-Metamorfosi).

Nel mito di Pigmalione, i critici hanno prevalentemente colto il concetto di arte mimetica e il rapporto tra illusione e realtà.

LE INFLUENZE DEL MITO

Il mito ha esercitato un notevole fascino su scrittori di tutti i tempi da Shakespeare nel The Winter’s Tale, fino a George Bernard Shaw in Pygmalion, trascritto nel musical My Fair Lady.

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