La nuova rubrica settimanale IlTag.it con i racconti e le testimonianze dirette.
La testimonianza di una neomamma nel reparto di ginecologia.
Ecco il racconto di Claudia e della sua esperienza con il parto.
“Salve, a scrivere oggi per la rubrica storie dal Perinei è una vostra assidua lettrice.
Dopo aver letto una notizia da voi riportata sul reparto ginecologia/ostetricia che riguardava un medico, sono arrivata al momento del parto ancora più preoccupata. Ma è anche per questo che ho deciso, nonostante il parto sia un esperienza molto personale, di raccontare anche la mia.
Sono giunta in ospedale dopo la rottura delle acque pre-termine a 36 settimane anche io, come tante, fuori forma. Mi hanno visitata e poi stimolata per indurre il parto.
In quel momento in una donna, o per lo meno a me è successo cosi, si creano un mix di sensazioni. Paura, smarrimento, ansia e anche un po’ di solitudine perché fino al travaglio attivo sai che sei sola o con un gruppo di “estranei”.
Ma mi sono ricreduta. Non sono mai stata sola durante il travaglio, c’era un team di ostetriche, infermiere e oss che non sembravano neanche poi così estranee come pensavo. E poi c’era lui, il medico che ha fatto nascere il mio bambino. Mi ha incoraggiato per tutto il tempo anche quando, fuori di me, ho implorato il cesareo mi ha rassicurata dicendomi che io ero in grado di farcela, e così è stato.
Dopo aver letto il vostro articolo avevo paura di trovarmi nella stessa situazione di quella neomamma, invece sono stata grata di aver trovato quel medico quel giorno e lo sarò sempre. Dalla mia esperienza ho capito che ogni parto è a sé ed è giusto che ognuno racconti la sua, lamenti le cose che non vanno per portar all’attenzione una problematica. Non bisogna però farsi influenzare. La maggior parte delle volte, per fortuna, le esperienze possono essere anche belle. La mia lo è stata grazie a un reparto che funziona benissimo, a delle ostetriche infermiere e oss complete dal punto di vista professionale e soprattutto empatico. E grazie a un team di ginecologi ai quali mi riaffiderei e che hanno reso l’esperienza più dolorosa, la più bella della mia vita. Grazie!”.
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*le testimonianze resteranno anonime
