La nuova rubrica settimanale IlTag.it con i racconti e le testimonianze dirette.
La testimonianza di oggi è quella di donna che ha avuto un aborto spontaneo.
Ecco il racconto di Veronica.
“Vi voglio raccontare la mia storia che a pensarci mi fa ancora arrabbiare ma penso sia utile sapere quale sia l’andazzo dell’ospedale Perinei. Cinque anni fa ho vissuto una delle notti più agitate e brutte della mia vita. Ricordo che alle 03.30 di notte mio marito si sentì male: era piegato in due, sudato e con dolori addominali atroci. Pensai subito ad una colica. In quel momento non sapevo cosa fare, era un dolore che appariva e scompariva. Mio marito cercava di stare calma ma dai suoi occhi capivo che stava davvero male. Così, un’ora più tardi, decisi di accompagnarlo in ospedale.
Al Pronto Soccorso non si capiva nulla e non sapevamo a chi rivolgerci. Un infermiere ci disse di aspettare nel corridoio, poi ne passò un altro e urlò di spostarci perchè davamo fastidio lì in mezzo. Poi ne passò un altro e ci disse di metterci da un’altra parte.
Dopo un’ora, finalmente mio marito fu visitato e messo in una stanza con una flebo. Passarono 7 ore. Dopo un’ecografia, la dottoressa lo dimise dicendo che non aveva nulla e, testuali parole, “Com’è venuto il dolore, così se ne andrà”. Nessun farmaco. Nulla.
L’indomani mattina eravamo dall’ecografo, a pagamento. Esito: calcoli renali e renella. Un calcolo aveva transitato quei giorni tra vescica e uretere.
Inutile dirvi la mia rabbia e quella di mio marito perchè il trattamento subito. Abbiamo deciso, quindi, di rivolgerci ad un’altra struttura sanitaria in cui abbiamo trovato personale sanitario gentile e competente.
Ho sempre pensato che chiunque non ami lavorare, meriti di starsene a casa. Un lavoro a contatto con la salute della gente non è per tutti. Povero chi sta male e si sente impotente.
E soprattutto, a mio avviso, non è un ospedale affidabile perchè per malanni importanti non lo consiglierei a nessuno”.
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