Dopo l’approvazione da parte della Regione Puglia del progetto ArcheoinSmart, data nei giorni scorsi, è giunta una nota a firma del professore Franco Laiso, ex Sindaco della città di Gravina, indirizzata all’attuale primo cittadino, di piena e decisa contestazione a quanto previsto o si andrà a realizzare nella zona archeologica del Padre Eterno.
Un intervento, definito dall’illustre storico e filologo gravinese, “invasivo”, impattante” , “massivo” ed offensivo in un luogo da considerare e da sempre ritenuto sacrale che scrive:
“Il Progetto “ArcheoinSmart prevede “la realizzazione e la posa in opera di passerelle e terrazze panoramiche illuminate nelle ore serali, l’ubicazione di binocoli e panchine dotate di prese per ricaricare i cellulari ecc…”.
Noi concordiamo, invece, con Paolo Rumiz che nel suo libro “Appia” apprezza ed esalta l’arcaicità del nostro patrimonio rupestre e archeologico nella sua aspettualità, non compatibile con elementi di modernità.
Ed è proprio l’arcaicità, apprezzata dai cineasti e dai visitatori, che si deve valorizzare e preservare e che non si deve commistionare con nessun elemento estraneo alla facies archeologica e ambientale.
La frequentazione antropica e storica del luogo ha la sua sentieristica: basta evidenziarla. L’intervento di “ArcheoinSmart” creerebbe una ibridazione dei luoghi originari perché risulterebbe fortemente impattante al punto tale da obliterare e oscurare la complessità culturale del luogo, che è fittamente disseminato di rilevanti elementi archeologici.
Il luogo “Padre Eterno” ha bisogno di una visualizzazione puntuale, filologica; di una fruizione piena degli elementi della presenza peuceta (le tombe, il sistema abitativo e sacrale, l’approvigionamento dell’acqua creato per mezzo di quel prodigioso fenomeno di canalizzazione inciso sulla pietra che consente il recupero dell’acqua in pozzi e in vasche di decantazione; il ripristino della canalizzazione basiliana).
Pertanto, il luogo ha urgente bisogno, per una corretta fruizione di una pulitura radicale di materiale incongruo ( la tomba del Guerriero è violata dalla presenza di un enorme masso informe estraneo al luogo: scaraventato da chi e con quale scopo?).
Come intervento necessario per la conservazione dei luoghi si impone:
1) il ripristino dei pannelli esplicativi di ogni emergenza, distrutti dai vandali, a dispregio della memoria storica di una comunità;
2) la tutela di tutta l’area che il progetto originario perimetrò e preservò con la recinzione che nel tempo è stata divelta e sconvolta da barbari, ladri di ferro e di tufi.
Conclusione; salvaguardiamo l’arcaicità dei luoghi, lasciamola incontaminata, unica nostra carta vincente, e non ibridiamola con elementi estranei.
Non riduciamo la pregevole e complessa zona archeologica del “Padre Eterno” ad una gozzaniana passerella “ di pessimo gusto” – conclude l’ex sindaco.