giovedì, 25 Aprile 2024
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Parte da Altamura concreta iniziativa per pagare debito pubblico italiano. Imprenditore altamurano: «Pronto a pagare la mia quota»

Un noto imprenditore Altamurano, pronto a pagare la sua quota e la quota dei suoi familiari, del Debito Pubblico, Italiano , per consentire allo Stato Italiano di affrancarsi dal primato di essere lo Stato più indebitato d’Europa, dopo la Grecia.

La proposta, protocollata con nota di accompagnamento e analisi del debito pubblico, è stata indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Senato  Ignazio La Russa, al Presidente della Camera dei Deputati Carlo Fontana, al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, per il tramite del Prefetto di Bari.

L’imprenditore è Pietro Ninivaggi, non nuovo ad iniziative di mecenatismo verso il sociale, l’ultimo in ordine di tempo è un intervento economico di € 100.000,00 donati nel 2020 al Comune di Altamura e € 50.000 ad altri Comuni nel Materano, durante la Pandemia del Covid 19 per sostenere le famiglie bisognose. Un imprenditore a tutto tondo. «Opero dal lontano 1962 – ha dichiarato Ninivaggi – e sono tutt’ora in attività, sempre con il pallino di attivare imprese nel sociale; nel campo della produzione, trasformazione e vendita delle produzioni agricole; nel campo agroforestale e ambientale e dal  2010  anche nella produzione di energie rinnovabili da fonte solare».

Il debito pubblico che lievita tutti i giorni; statistiche, conti del  Ministero dell’Economia e dei vari governi finora alternatisi, stanno mettendo a dura prova anche il Governo Meloni  insediatosi ad ottobre 2022. 

«Non esiste debito buono e/o  debito cattivo – afferma Pietro Ninivaggi – che il debito è buono unicamente se produce sviluppo e viene ratealmente onorato,  diversamente è solo debito cattivo».      

«Il debito pubblico  – continua – nell’anno 2022 (dato Banca d’Italia)  ammontava a €  2.766,4 miliardi; il rapporto, debito pubblico diviso per abitanti italiani  58.983.122 è uno dei più  alti al mondo  circa € 46.900 pro-capite   neonati inclusi».

Di questo massiccio debito pubblico prima  o poi  se ne dovrà parlare e soprattutto prenderne coscienza e decidere come risolverlo. La nuda e  cruda realtà, non è la crisi pandemica o crisi energetica, bensì  è  quella morale. E qui c’è il suo affondo.

«Che non sfugga a nessuno – afferma Ninivaggi – che a fronte del debito Pubblico cioè di tutti gli italiani, rileva la ricchezza  reale delle famiglie italiane  (dato Banca d’Italia anno 2022) risulta aver superato il valore  € 10.010 ,00 miliardi, il rapporto ricchezza per famiglia circa 24,5 milioni di famiglie composta da 2,5 persone è pari ad € 400.400,00,  circa otto volte il valore del debito, il rapporto ricchezza /abitante n° 58.983.112 scende  in circa  € 170.000,00, circa tre volte il debito! Di inverso, tutti i  capi popolo e rappresentanti del popolo nel Parlamento Italiano e fuori,  continuano a dichiarare per proprio tornaconto elettorale  l’aumento della povertà degli italiani, dimenticandosi che in qualità di amministratori della cosa pubblica, hanno l’obbligo e la responsabilità di non gravare la spesa pubblica di ulteriore debito. Lamentarsi rende, difatti viene  più facile parlare dell’aumento dei soggetti meno ambienti, di stipendi modesti e tanto altro, pretendendo che lo Stato debba farsi carico di tutto e di tutti, dimenticando che lo Stato, sottoposto alle tante pressioni, continua a fare Debito Pubblico. I dati contabili da fonte Banca D’Italia lo testimoniano». 

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«Il Debito Pubblico – continua Pietro Ninivaggi – di cui i tanti “ipocriti furbetti “ preferiscono non parlare, dando la sensazione di un fastidioso peso altrui da traslare nel futuro in modo che altri dovranno pensarci. Dimenticandosi che nell’immediato il debito pubblico blocca ogni ipotesi di sviluppo del bel paese e determina il pagamento di circa 78 miliardi annui di interessi passivi che si accrescono al debito pubblico». 

Ebbene, di fronte ai tanti interrogativi, Pietro Ninivaggi che si definisce un Italiano Responsabile che pensa e agisce diversamente, semplifica il ragionamento con una semplice proposta: «Chi è in grado di pagare la propria quota di debito, lo faccia». 

La sua idea nasce da una profonda valutazione, dalla cui analisi è scaturita una relazione degna di attenzione. Non si può dargli torto, vista la sua lungimiranza; argomento che ha già abbondantemente affrontato con una pubblicazione fatta nel 2013.

«È necessario – aggiunge Ninivaggi – che ogni Italiano venga responsabilizzato  della difficoltà in cui versa lo Stato italiano, richiedendo che  ognuno faccia la propria parte. Probabilmente non tutti lo potranno fare, in tanti non vorranno farlo, ma quantomeno chi  responsabilmente ritiene di doverlo fare, deve essere messo in grado di poterlo fare».

«In breve – chiosa Ninivaggi – formalizzo la mia “manifestazione di interesse al pagamento pro-quota del debito pubblico“ che grava sui componenti della mia famiglia, rappresentata dal sottoscritto, dal proprio coniuge e da quattro figli. Quota pro-capite € 46.900,00 x 6 soggetti € 281.400,00 (dicasi: euroduecentottantamilaquattrocento). L’importo innanzi indicato pari ad € 281.400,00 viene messo a disposizione in un C/C transitorio, acceso presso la filiale  di Altamura (Bari) della Banca Popolare di Bari in attesa che leAutorità, a cui la proposta è stata inviata per il tramite del  Prefetto di Bari, possano attivare le procedure amministrative per registrare in entrata le somme poste a disposizione dal sottoscritto e dai tanti che ne vorranno seguirne l’esempio, onde utilizzarle per l’abbattimento e/o quantomeno diminuzione  del Debito Pubblico  e cercare di rimettere lo Stato Italiano, in posizione di vantaggio finanziario; attualmente il Debito Pubblico Italiano è al II posto in Europa».

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