Per un giovane, ritrovarsi a festeggiare la Pasqua, quest’anno, è sicuramente un momento rigenerato e ritrovato, ricco di enfasi ed emozione, ancor più dopo gli ultimi anni passati. Ricordo bene come, nel 2020, la Pasqua è stata la prima festa ad essere vissuta in un lockdown serrato, nelle nostre mancanze, distanze, paure, solitudini.
Ne “La cattedra dei non credenti” riporto la mia esperienza di osservazione, vissuta in questi giorni: sono evocative alcune immagini del triduo pasquale di quest’anno, attraverso le mura della Parrocchia Sant’Agostino in Altamura. Emozione negli sguardi, occhi lucidi, volti ancora nascosti dalle mascherine, ma fortemente sensibili alla Passione. Partecipazione attiva, sentita, vissuta: dagli adulti ai ragazzi, dai momenti solenni al canto, dalla ritualità alla semplicità. Grande voglia di ritrovare l’umano, l’essenziale, il necessario: tutto per celebrare un Uomo che ci ha dimostrato quanto l’Amore sia forte, oltre ogni nonostante.
La Pasqua di quest’anno segna un Passaggio in ognuno di noi. Segna quella ricerca verso le azioni essenziali della nostra vita e della bellezza sfuggente di ogni giorno, riscoperta nella capacità e volontà di cambiare.
E, confrontandomi con Don Vincenzo, ho chiesto quale sia il suo messaggio e sentimento di questa Pasqua 2022, che mi ha esplicitato con queste parole: «Pasqua è la festa del disordine. È la festa di chi non trova quello che cerca. È la festa delle sorprese, della vita trovata in fondo ad una morte, del sorriso ritrovato in una notte di lacrime. È la festa della vita che va come vuole, e spesso non come vogliamo noi. È la festa del vento che mischia le carte in tavola, che si diverte a prendere in giro le nostre illusorie progettazioni. Noi ci affanniamo ad ordinare ed il vento dello Spirito si diverte con un colpo solo a mandare tutto per aria. È la festa del vento che porta il polline della vita nella morte, che confonde la gioia con il dolore, che spinge la speranza nella desolazione.
È la festa di chi cerca un cadavere e vi trova un vuoto, uno spazio aperto. È la festa di chi crede di stare davanti ad un muro e trova improvvisamente una possibilità spalancata. Non amiamo il disordine. Per noi ogni cosa deve stare al suo posto, al posto che noi gli abbiamo assegnato, al posto che crediamo debba essere il suo. Ma le cose non stanno mai al loro posto, perché tutta la vita è il loro posto. Noi assegniamo continuamente alla vita le sue tappe, i suoi programmi, ma la vita è disordine. Vivere è trovare la morte nella vita e la vita nella morte, la grazia nel peccato e il peccato nelle braccia della grazia, accettare che non c’è ordine, che tutto è sempre possibile, che la sconfitta ha anche il sapore della vittoria e che il fallimento ha anche la grinta del successo.
Nel disordine tutto è ancora possibile, nell’ordine nulla si spera. È per questo che amare è gettare scompiglio, mettere disordine, essere come il mare in tempesta che riporta a galla tesori nascosti, che rivela misteri rimasti sepolti per secoli. L’amore disordina, dove tutto sembra già segnato rende tutto ancora possibile. Il disordine non è nient’altro che il segno indiscutibile del passaggio imprevisto di un amore nella nostra vita. Mentre eravamo distratti Lui è passato, ha disordinato: noi ci mangiamo la testa a chiederci il perché, il senso di tutto, mentre dovremmo imparare che solo l’amore sa fare di ogni disordine il suo grembo, la sua novità, la sua trasformazione. La sua Resurrezione».
“La cattedra dei non credenti”, Michele Denora e Don Vincenzo Lopano vi augurano una Santa Pasqua 2022