giovedì, 28 Marzo 2024
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Gravina, Carlo Centonze: il fotoamatore della bellezza

Uno dei suoi "scatti d'amore" è stato donato a Papa Francesco

Fotografare la bellezza. Una vera e propria vocazione per il fotoamatore Carlo Centonze. Sì perchè a guidarlo in giro per la città, in ogni evento, a tutte le ore e in ogni condizione meteorologica è l’amore incondizionato, smisurato e puro verso la sua, la nostra Gravina. Non a caso le sue opere fotografiche le ha definite, in più occasioni, “scatti d’amore”.

I suoi occhi prima, e la macchina poi, restituiscono la meraviglia e sono quasi un dovere da condividere, divulgare e restituire ai posteri.

Dopo un Natale da protagonista di scatti meravigliosi, abbiamo raggiunto telefonicamente Centonze per una piacevole chiacchierata.

Come nasce la sua passione per la fotografia?

Nasce da lontano, dalla mia famiglia. Quando mia moglie era incinta del primo figlio, nel 1973, era tanta la gioia e così ho iniziato a seguire la gravidanza. Il pancione di mia moglie che diventava sempre più grande, poi le altre gravidanze, le fasi evolutive dei miei figli e i loro momenti importanti. Adesso l’obiettivo è rivolto ai miei nipotini.

Sta producendo molto materiale su Gravina per i posteri. Pensa che la nostra città ce la farà ad emergere e ad imporsi come merita?

Sono molto ottimista. La tanta bellezza di Gravina non può non emergere: la nostra città ha tante difficoltà ma la bellezza è tantissima. Sul pianoro della Madonna della Stella, dove mi reco spesso, ascolto le esclamazioni dei turisti. La loro meraviglia rispetto a quello che vedono mi incoraggia e mi dico: se tutto questo viene recepito dai suoi cittadini, allora Gravina può emergere. In quello che faccio, alzo sempre più l’asticella del mio impegno per Gravina, in forma totalmente gratuita. Il processo per emergere sta avendo una forte spallata dall’attuale amministrazione guidata da Fedele Lagreca: il sindaco sta istituzionalizzando la cultura del “dare alla città”, non solo ricevere dalla cosa pubblica. Questo mi ha incoraggiato molto, se è il primo cittadino a dare anche io posso farlo.

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Le capita di fotografare anche le brutture oltre alle bellezze? Quali?

Le critiche maggiori che ricevo, per fortuna pochissime, sono perchè non pubblicizzo gli aspetti negativi di Gravina ma solo le cose belle. Certo, le problematiche ci sono ma io voglio parlare del positivo. Ad esempio, spesso viene data in tv o sui giornali l’immagine di Roma invasa dai rifiuti e la gente è scoraggiata ad andarci, io per primo. Le brutture ci sono per colpa di noi cittadini. Faccio degli esempi: nei posti che sono lo scrigno della nostra bellezza, parlo della zona Botromagno e della zona archeologica, ci sono tantissimi sacchetti di rifiuti. Gente che va appositamente per deturpare la bellezza. Poi, fuori dai bar vedo sempre tappeti di cicche. Questo capodanno la gente ha sparato i botti sul pianoro della Madonna della Stella, zona sensibile del nostro patrimonio archeologico: una bruttura unica.

Ama definirsi “fotoamatore” ma dedica gran parte del suo tempo libero a scattare, è più di un lavoro?

Negli ultimi tempi è un impegno e un dovere. La gente continua a chiedermi foto e video dei posti che frequentava durante l’infanzia o di quell’evento che non riesce a seguire direttamente. Mi basta il messaggio di riconoscenza da gente che è a letto, ammalata, con difficoltà motorie o che ha nostalgia di Gravina perchè vive fuori.

Alcuni utilizzano la città per i propri scopi, invece alla città bisogna dare secondo le proprie capacità e competenze. Apprezzo molto l’impegno delle varie associazioni su Gravina che dedicano tempo ed energie per eventi e attività, e a loro dò spesso il mio sostegno e la mia disponibilità.

Ha fotografato il Natale gravinese collaborando con l’attuale amministrazione, ha seguito un po’ tutti gli eventi. Che ne pensa? Lo considera un successo per la città?

E’ stato un grande successo, vedere tutta quella gente riversata nelle piazze. Io però partirei dalla festa patronale di San Michele con la piazza gremita per il concerto di Arisa, fino ad arrivare al Natale. C’era la voglia di riversarsi nelle piazze dopo la pandemia. I due presepi, Gravinae Nativitas e Betlehem, sono stati eccezionali entrambi: hanno fatto sentire la vera atmosfera natalizia.

E’ molto seguito sui social, anche da chi non abita più a Gravina. Cosa si aspetta il pubblico dalle sue foto?

Chiede un filo diretto con la città e lo faccio anche seguendo la squadra FBC Gravina. Ho sollecitazioni pubbliche e private da chi vive fuori Gravina e all’estero, anche in Australiia e America, o chi è impedito per vari motivi a vivere gli eventi. Quella gente ha sete di vedere ciò che accade nella nostra città, non solo le fotografie ma anche le dirette del Natale che sto ripubblicando. La diretta per la discesa delle befane ha avuto 8 mila visualizzazioni, un numero importante.

Si sveglia presto la mattina per recarsi nei luoghi più belli della nostra città, qual è il suo luogo del cuore?

E’ come dire quel è il tuo figlio preferito… Ciascun figlio ha qualcosa di speciale. Sono tanti i luoghi del cuore, però, lo confesso, ce né uno che preferisco su tutti: il sito delle 7 camere. Il ponte è diventato famoso grazie alla promozione cinematografica ma il sito delle 7 camere è di una bellezza unica che ci riporta alle origini. Grazie ad uno scatto, proprio di quel luogo, ho vinto un concorso fotografico regionale e ho illustrato il sito ad una platea di esperti geologi. E’ un luogo, che per le sue caratteristiche, ti riporta alla nostra storia. L’ho fotografato in tutte le condizioni, anche con pioggia e neve.

Durante un servizio di Alberto Angela girato nelle 7 camere, la troupe si è recata sul luogo per allestire. La mattina successiva, alle 4 quindi buio pesto, sono entrato con la torcia del cellulare. Un drone della Rai mi si è avvicinato e io l’ho fotografato. Poi ho ricevuto anche una ramanzina, confesso.

Cerco sempre di anticipare, lo stesso ho fatto con l’attore di James Bond che sono riuscito a fotografare. Quel film è servito tantissimo alla città e quindi lo ringrazio. Però sono stato male quel periodo perché era stata tolta a noi cittadini la possibilità di frequentare quell’ambiente. Inoltre è stato un pò maltrattato a causa dell’utilizzo di trapani per gli allestimenti, mezzi pesanti che pare abbiano danneggiato la chiesa sottostante di Santa Maria degli Angeli. E poi mi faceva male vedere le macchine della produzione che scorrazzavano sul ponte. Un prezzo da pagare troppo alto che dovrebbe porre degli interrogativi. Ci vuole prima di tutto il rispetto per il territorio.

C’è una scoperta o un ricordo particolare legato a una delle sue uscite per le strade di Gravina?

Ho fatto diverse dirette mattutine nel periodo natalizio. Le ultime nel quartiere San Nicola all’alba. Mi piace frequentare da solo i luoghi per le emozioni che mi suscitano: il silenzio delle prime luci dell’alba, i colori, la città che si sveglia. Do un servizio alla città ma serve a ritrovare me stesso, anche nel bosco provo sempre grandi emozioni. Ci sono parecchi rischi ma cerco di calcolarli in anticipo. Una volta mi sono perso nel bosco, all’inizio molto tempo fa perché mi feci prendere dalla fotografia. Ora so, ho imparato e sono attento. Frequento sentieri che conosco. Io voglio trasmettere quelle emozioni che suscita in me la fotografia. La mia fotografia non è perfetta ma io non cerco la perfezione, non sono un professionista.

Gli effetti speciali delle mie foto sono solo dovuti alla luce, ecco perché mi sveglio presto. Non metto didascalie nelle foto perché mi piace raccontarle, dare aneddoti di quel luogo.

Il mio scopo è raccogliere con lo scatto l’emozione che provo in quel momento e trasmetterla. Quando la gente comprende questa emozione ho raggiunto il mio scopo.

Ha avuto la possibilità di incontrare il Santo Padre e donargli una foto della nostra città, com’è stato?

Il 30.11.2022 ho stretto la mano a Papa Francesco e ho donato, a nome della consulta della disabilità, un mio scatto di uno scorcio significativo di Gravina. Il Ponte viadotto che conduce alla Chiesa rupestre Madonna della Stella e alla collina archeologica di Botromagno.
Ciò che tra l’altro mi ha colpito del Santo Padre, oltre al Suo carisma, é che ha ascoltato con attenzione e per tanti minuti la spiegazione di quello scatto.

Le mie foto sono presenti anche nell’Ospedale della Murgia (reparto neurologia e Pediatrica), nel Comune di Gravina in Puglia (stanza del Sindaco e corridoio), nella Regione Puglia (stanza del Presidente) ed in Istituti Scolastici (San Giovanno Bosco ed Istituto Comprensivo Ettore Pomarici Santomasi).

Oltre alla fotografia custodisce altre passioni?

Lo sport in generale. Non lo pratico più ma le lunghe passeggiate, che faccio ogni giorno per fotografare, mi hanno permesso di seguire il Trail delle cinque querce. La passione mi tiene in allenamento. Lunghe e lente passeggiate per recepire quello che ci circonda. Altra passione è il calcio, la mia squadra del cuore è la Fiorentina.

Quale è il prossimo appuntamento con la macchina fotografica?

Al momento mi sto riposando. Domenica prossima, 15 gennaio ore 11, avrò l’onore di stare sul palco del Cinema Sidion per riceve un premio. Il Centro Studi Nundinae mi darà un’onorificenza di “Benemerito dell’Etica e Virtù Cavalleresca”. Sono contento e grato per questo premio dato da vivo! La riconoscenza fa piacere, il grazie è la mia gratificazione. 

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