In molti si chiedono quale sia la storia della bruschetta dell’Alta Murgia e in generale di quella di Altamura. La storia della bruschetta affonda le sue origini in un passato molto remoto, ancestrale. È una di quelle ricette generate da una necessità, più che da un’invenzione. Una cosa è certa, la bruschetta è un derivato del pane, alimento antichissimo, prezioso.
La bruschetta dell’Alta Murgia e quella pugliese
La bruschetta di cui parliamo oggi è quella pugliese, in particolare dell’Alta Murgia, area interna della Puglia da millenni vocata all’agricoltura e all’allevamento. Si tratta del territorio ove ha avuto origine il pane di Altamura, il più noto e apprezzato d’Italia.
La bruschetta dell’Alta Murgia può essere definita la vera bruschetta di Altamura, e quindi della Puglia. Il grano duro dell’impasto, l’olio extravergine di oliva, l’origano della Murgia, il pomodorino dolcissimo e profumato e un pizzico di sale sono gli ingredienti principe della regina della bruschetta italiana.
Qualche anno fa il panificatore di Altamura Luigi Picerno con la sua azienda Biscò ha ideato e portato sul mercato per la prima volta la “bruschetta pronta per l’uso”. Grazie alla sua trovata le tavole di tutti gli italiani (e a breve anche dei cittadini europei) possono arricchirsi della vera bruschetta di Altamura e dell’Alta Murgia. Già condita con ingredienti di ottima qualità, è possibile consumarla direttamente magari per un aperitivo o con patè e formaggi, oppure condirla con pomodorini. In pochissimi minuti è possibile, quindi, servire a tavola una bruschetta che sembra essersi teletrasportata direttamente dalla Puglia, dall’Alta Murgia. Senza rinunciare ai quei profumi e sapori che la contraddistinguono.
Luigi Picerno, chiamato simpaticamente “il re della bruschetta”, ha semplicemente guardato al passato ripescando un principio sacro della civiltà contadina: non si butta niente. E diciamola tutta, oggi la semplicità e il cibo naturale sono diventati due elementi imprescindibili per sopravvivere al consumismo sfrenato.