sabato, 20 Aprile 2024
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La bruschetta dell’Alta Murgia, tra tradizione e innovazione

Qualche anno fa il panificatore di Altamura Luigi Picerno con la sua azienda Biscò ha ideato e portato sul mercato per la prima volta la "bruschetta pronta per l'uso".

In molti si chiedono quale sia la storia della bruschetta dell’Alta Murgia e in generale di quella di Altamura. La storia della bruschetta affonda le sue origini in un passato molto remoto, ancestrale. È una di quelle ricette generate da una necessità, più che da un’invenzione. Una cosa è certa, la bruschetta è un derivato del pane, alimento antichissimo, prezioso.

La bruschetta dell’Alta Murgia e quella pugliese

La bruschetta di cui parliamo oggi è quella pugliese, in particolare dell’Alta Murgia, area interna della Puglia da millenni vocata all’agricoltura e all’allevamento. Si tratta del territorio ove ha avuto origine il pane di Altamura, il più noto e apprezzato d’Italia.

La bruschetta dell’Alta Murgia può essere definita la vera bruschetta di Altamura, e quindi della Puglia. Il grano duro dell’impasto, l’olio extravergine di oliva, l’origano della Murgia, il pomodorino dolcissimo e profumato e un pizzico di sale sono gli ingredienti principe della regina della bruschetta italiana.

Il panificatore Luigi Picerno (Biscò).

Qualche anno fa il panificatore di Altamura Luigi Picerno con la sua azienda Biscò ha ideato e portato sul mercato per la prima volta la “bruschetta pronta per l’uso”. Grazie alla sua trovata le tavole di tutti gli italiani (e a breve anche dei cittadini europei) possono arricchirsi della vera bruschetta di Altamura e dell’Alta Murgia. Già condita con ingredienti di ottima qualità, è possibile consumarla direttamente magari per un aperitivo o con patè e formaggi, oppure condirla con pomodorini. In pochissimi minuti è possibile, quindi, servire a tavola una bruschetta che sembra essersi teletrasportata direttamente dalla Puglia, dall’Alta Murgia. Senza rinunciare ai quei profumi e sapori che la contraddistinguono.

Luigi Picerno, chiamato simpaticamente “il re della bruschetta”, ha semplicemente guardato al passato ripescando un principio sacro della civiltà contadina: non si butta niente. E diciamola tutta, oggi la semplicità e il cibo naturale sono diventati due elementi imprescindibili per sopravvivere al consumismo sfrenato.

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