No alla guerra. No all’invio delle armi italiane in Ucraina. No al massacro dei civili.
Sono questi gli slogan urlati dai partecipanti alla Marcia della pace che si è svolta sabato mattina. Due lunghissimi serpentoni partiti in contemporanea da Gravina e da Altamura si sono dati appuntamento presso il Campo 65, luogo diventato simbolo di sofferenza, di devastazione e oggi luogo della memoria.
Tantissimi i cittadini che hanno aderito alla manifestazione oltre alle tante associazioni e scolaresche che hanno dato il proprio supporto all’Associazione nazionale partigiani ( Anpi) che ha promosso l’evento.
Presenti oltre alla amministrazioni di Altamura e Gravina anche le delegazioni di Poggiorsini, Minervino, Corato e Acquaviva delle fonti guidate dai rispettivi sindaci.
A campo 65 sono stati diversi gli interventi degli organizzatori per ribadire il rifiuto totale di ogni forma di conflitto a fuoco. A chiudere la manifestazione l’intervento del vescovo della Diocesi, Monsignor Giovanni Ricchiuti che si è detto speranzoso per un imminente cessate il fuoco.
In chiusura lo stesso Monsignor Ricchiuti ha ringraziato tutti i fedeli della Diocesi che in pochi giorni sono riusciti a raccogliere oltre 22 tonnellate di aiuti tra cibo e vestiario diretti in Polonia luogo di accoglienza di migliaia di profughi ucraini.