La notizia era nell’aria da tempo. Forse da troppo tempo. Domenica in un video mattutino a favore di social, l’ex consigliere comunale oltre che metropolitano, Mimmo Cardascia ha annunciato la sua “autosospensione” dalla sezione gravinese del partito democratico.
Tra le ragioni del suo allontanamento ci sarebbero, manco a dirlo, le manovre pre elettorali che il Pd gravinese starebbe conducendo nelle segrete stanze, senza il coinvolgimento dell’intero partito.
E lo stesso Cardascia a spiegare che le alleanze strette dai dem locali in vista dalle prossime amministrative sarebbero state sigliate “tra singoli” e non dopo una reale condivisone di linee programmatiche e di progetti all’interno del partito stesso. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata la convocazione dello stesso Cardascia al tavolo della costituenda coalizione sulla scorta di documenti che l’ex consigliere dice “di non conoscere e di non aver mai letto”.
Risultato?
“ Chi mi conosce e conosce la mia storia politica sa quanto questa decisone mi faccia male. Ho creduto nel partito democratico, ho lavorato per riportare la politica vera al centro dell’agorà cittadina ma il Pd gravinese segue linee contrarie a quelle dettate da Erico Letta che parlano di partecipazione e condivisione. Nel Pd locale non c’è partecipazione, non c’è condivisione e non hanno capito che la stagione dell’uomo solo al comando è finita”.
Parole che forse tradiscono le reali ragioni dell’allontanamento di Cardascia dal Pd. L’ex consigliere si dice stufo di “un uomo solo al comando” quando in realtà in casa dem ci sono, non uno ma ben quattro reggenti (Angela Moramarco, Mino Matera, Enio Cristallo e Donato Cilifrese).
Dunque chi sarebbe l’uomo solo al comando?
Non è un mistero che da mesi l’ex consigliere Cardascia è in rotta di collisione con l’ex sindaco Valente. Una antipatia, nemmeno tanto recente, che ha progressivamente allontanato Cardascia prima dall’amministrazione lasciando ad altri il ruolo di capogruppo in consiglio comunale, poi dal cerchio magico di Valente e ora dall’intero partito che a detta di alcuni sarebbe aggrovigliato ai voleri dell’ex sindaco.
Dopo Calculli e i suoi fedelissimi, il Pd locale perde un altro pezzo importante. Un pezzo da 90 che probabilmente porterà la discussione, e anche i suoi reclami, ben oltre i confini gravinesi se si pensa che Cardascia sino a due mesi fa ha rivestito il ruolo di consigliere metropolitano a Bari.
Sul fronte Pd regna il silenzio. Nessuna risposta ufficiale alle accuse mosse prima da Calculli e ora da Cardascia. Silenzio anche dall’ex sindaco Valente, reale bersaglio di tante accuse.
Circostanze che vedono tramontare, forse definitivamente, le speranze di alcuni di ricostruire il centro sinistra gravinese. Progetto oramai archiviato e chiuso sotto chiave se è vero, come è vero, che mai come in questi mesi le storiche anime della sinistra gravinese sono distinte e lontane.