venerdì, 26 Aprile 2024
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Gravina, come la cooperativa Eos festeggia il Natale

Intervista all'educatrice Del Vecchio e alla psicologa Rosa

Lavorare nel sociale è molto più di un lavoro, è una vera e propria scelta di vita.
Quello del sociale è un mondo ricco di umanità, valori, emozioni ed obiettivi da condividere con persone che affrontano ogni giorno sfide importanti e complicate. Servono una grandissima motivazione e una voglia di aiutare gli altri davvero non comune, e anche molta preparazione.

La Cooperativa Eos nasce nel 2010 ed è l’espressione della “cittadinanza attiva” di un gruppo di giovani, motivati a svolgere il proprio lavoro in aiuto dei più deboli e ad impegnarsi in prima persona per far crescere la qualità della vita sociale. Partendo proprio dalla scelta condivisa di stringere un “patto sociale cooperativo”. 

Proprio con questo principio sono nate le sedi Eos: 2 comunità integrate per minori (Alba nel territorio di Gravina e Iside nel territorio di Corato), 1 Comunità Alloggio per Gestanti e Ragazze madri con figli a carico cogestita con la cooperativa L’aquilone 2015, 2 Centri socio educativi (Eos nel territorio di Gravina e Dafne nel territorio di Corato) e 2 centri ludico ricreativi nel territorio di Gravina ( Free Time e Alfa Alfa, quest’ultimo  cogestito con la cooperativa L’Aquilone), 1 comunità educativa per minori (Astrea). Attualmente la cooperativa è formata da 20 soci. Eos ospita nelle diverse strutture minori in età compresa tra i 3 e i 18 anni, tranne eventuali casi di estensione tutelare.

Per parlare del Natale, abbiamo sentito telefonicamente Maria Del Vecchio, educatrice professionale, e Olga Stefania Rosa, psicologa e psicoterapeuta di Eos.

Quali sono le iniziative Eos per questo Natale?

Ogni anno per Natale la cooperativa organizza “La Magia del Natale”, una mostra-concorso artistica che coinvolge tutti i circoli didattici sul territorio gravinese. Durante l’evento tutti i cittadini possono recarsi alla sede della mostra e votare la loro opera preferita. Per i nostri bambini è un momento di grande festa perché realizzano a mano tutti gli addobbi che serviranno per l’allestimento della mostra, e attendono con ansia il giorno in cui potranno festeggiare con zucchero filato, pop-corn, animazione e soprattutto tanta allegria. Quest’anno la manifestazione si è svolta il 16 dicembre con tema “Dipingiamo il Natale”. Le scuole partecipanti hanno realizzato dei dipinti valutati da una giuria di esperti e una popolare.

Come passerete il Natale voi e i ragazzi?

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Il giorno di Natale molti dei nostri ragazzi rientrano in famiglia presso le proprie abitazioni. Per chi resta cerchiamo di creare un’atmosfera natalizia più familiare possibile. Al mattino appena svegli trovano sotto l’albero dei regali che scartano tutti insieme, poi con l’aiuto degli operatori preparano il pranzo di Natale e subito dopo pranzo, proprio come in una grande famiglia, giocano a tanti giochi di società.

Quali sono le difficoltà di questo periodo?

Le difficoltà maggiori si riscontrano soprattutto con i minori che non hanno la possibilità di rientrare in famiglia e vivono questo periodo di festività con maggiore malinconia. Comunque si cerca con le varie attività di creare un’atmosfera carica di calore, serenità e amore.

Quanto contano le iniziative d’integrazione sociale?

Le iniziative d’integrazione sociale contano tanto perché permettono ai nostri ospiti di socializzare con persone esterne dalla comunità e ampliare la sfera amicale e non (associativa ad esempio) che potranno essere di supporto per il loro futuro anche al di fuori della comunità. A livello locale, le iniziative sono affidate a enti privati e non come istituti scolastici, associazioni e cooperative. Le attività vengono attuate grazie a dei contributi. Lo stesso avviene a livello regionale. Le principali attività di integrazione sono rivolte agli stranieri come corsi di alfabetizzazione o corsi professionalizzanti. Le lacune sono sicuramente la difficoltà ad avvicinarsi in maniera empatica ai bisogni del beneficiario, spesso si riscontrano problemi organizzativi e mancanza di figure specifiche come, ad esempio, i mediatori culturali.

Cosa portate ogni giorno a casa dal vostro lavoro?

Ogni giorno tutto lo staff educativo cerca di dare input ai nostri ragazzi attraverso gli interventi in favore di essi e delle proprie famiglie. Restando comunque consapevoli che questi non sempre vengano interiorizzati a pieno ma con la sicurezza che lasceranno comunque un segno indelebile nella loro vita. Aiutare gli altri significa dare un sostegno valido ai nostri utenti affinchè possano far tesoro di quello che ogni giorno doniamo. Il nostro obiettivo è che di questo ne facciano il loro bagaglio personale per la vita. Aiutare significa per noi permettere loro di crescere e migliorarsi e di conseguenza migliorare la loro vita.

Ci sono storie a lieto fine? Ce ne raccontate una?

Ci sono diverse storie andate a buon fine. Una in particolare riguarda un minore che finalmente, dopo aver vissuto sino ad ora una vita piena di difficoltà e situazioni di abbandono, ha trovato una famiglia che possa amarlo e dargli tutta la serenità che merita.

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