sabato, 20 Aprile 2024
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Via Appia candidata ufficialmente a patrimonio Unesco. Le immagini

Ecco le dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali del Territorio

E’ stato firmato ieri a Roma, alle Terme di Diocleziano, il Protocollo di intesa per la candidatura del sito “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.  L’antica strada consolare, circa 900 km di tracciato da Roma a Brindisi inclusa la variante traianea, rappresenta non solo il prototipo del sistema viario romano, ma è anche simbolo millenario delle relazioni tra le civiltà del Mediterraneo e quelle dell’Oriente e dell’Africa.  Alla cerimonia, sono intervenuti, tra gli altri, il Sottosegretario al MiC, Gianmarco Mazzi; il presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, mons. Pasquale Iacobone; il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi; il presidente vicario della Regione Lazio, Daniele Leodori; l’assessore al Turismo della Giunta Regionale Campania, Felice Casucci; la delegata alle politiche culturali della Regione Puglia, Grazia Di Bari e l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor.

Il Protocollo d’intesa è stato presentato dalla dirigente dell’ufficio Unesco del MiC, Mariassunta Peci, dalla coordinatrice scientifica della candidatura, Angela Maria Ferroni. Ad aprire i lavori è stato il direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verger. Il progetto, promosso direttamente dal Ministero della Cultura attraverso i suoi uffici centrali e periferici, coinvolge 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra Province e Città Metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 Università italiane e straniere.

Il Ministero sta investendo nel restauro e nella valorizzazione di evidenze archeologiche e architettoniche situate lungo il percorso della Via Appia. L’obiettivo è coniugare le ragioni della conservazione e valorizzazione di questo importante patrimonio con lo sviluppo sostenibile dei territori coinvolti. Quest’ultimo elemento si rivela fondamentale anche per la crescita sociale ed economica di molte delle zone coinvolte che, spesso, sono aree interne e quindi fuori dai grandi circuiti turistici.

“La Via Appia è un esempio della grandezza romana, la prima via pubblica e il prototipo, anche dal punto di vista tecnico, di altre strade che hanno poi costruito i romani. Ma è anche molto di più, era un crocevia culturale, parte del sistema culturale e sociale del mondo romano: questa era forse la sua importanza principale e questo sarà l’aspetto sul quale puntiamo – ha detto il Sottosegretario Mazzi- Il Ministero ha già investito 19 milioni di euro in restauri, conservazione e per la preparazione del fascicolo. Speriamo di farcela. Quando gli italiani giocano uniti, nessun risultato è impossibile”.

Soddisfatto il governatore lucano Vito Bardi per cui ““La tutela e la valorizzazione culturale e turistica dell’antica via Appia rappresentano, per le nostre regioni, azioni necessarie e lungimiranti opportunità. La via Appia, come itinerario geografico, unisce non solo territori fisici, ma anche epoche storiche, con testimonianze “materiali” e “intangibili” rappresentative di vicende umane che hanno segnato la storia dell’Occidente. Il percorso entra in Basilicata nell’area del Vulture, un territorio che è stato abitato fin dagli albori dell’umanità, come testimoniano i reperti rinvenuti nel sito paleolitico di Notarchirico a Venosa, con un frammento di femore femminile datato circa 300 mila anni fa: il più antico resto umano ritrovato nell’Italia meridionale”.

Il percorso nel territorio lucano arriva anche al capoluogo di Regione, per questo l’assessore alla cultura, Tiziana d’Oppido, presente alla cerimonia ha annunciato che  “il progetto punta a tutelare e a valorizzare la “Regina Viarum”, simbolo millenario delle relazioni tra le civiltà del Mediterraneo e quelle dell’Oriente e dell’Africa. Il progetto prevede anche di restaurare e di riqualificare dal punto di vista urbanistico, paesaggistico ed economico i territori di riferimento nelle aree candidate. Un ringraziamento speciale va all’ufficio Sassi, che ha lavorato alacremente a questo progetto”.

Presente anche il sindaco di Santeramo, Vincenzo Casone secondo cui gli “investimenti del Ministero saranno utili a rafforzare l’offerta culturale del nostro Paese e dei nostri territori, elemento fondamentale per la crescita sociale ed economica. In ogni caso, Santeramo entra a far parte di un circuito importantissimo, siamo orgogliosi della nostra città”.

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Assente il Comune di Gravina.

Il 20 gennaio la candidatura sarà valutata dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco. A seguire, la richiesta sarà inviata a Parigi.

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