sabato, 14 Dicembre 2024
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Gravina, teatro che passione! Con la Terra Smossa

Intervista al regista Gianni Ricciardelli

Abbiamo affrontato, purtroppo in diversi occasioni, il tema arte e cultura a Gravina. Sembra così difficile promuovere il bello, il teatro, il cinema, la fotografia d’autore in questo paese dal momento che via via si chiudono quei pochi contenitori culturali che ci sono. Molti luoghi vivono uno stato di abbandono perenne (Centrone e Mastrogiacomo) che fa male e porta a tante riflessioni e poche azioni. Gravina è una città spoglia di luoghi deputati a fare arte, adesso privata dell’unico cinema presente (privato) e con un solo teatro superstite, il Vida (sempre privato).

Allora la domanda è ancora la stessa: perchè è così difficile investire in cultura a Gravina? C’è davvero poca sensibilità nel pubblico? O c’è un disinteresse diffuso verso un’educazione culturale che elevi il paese grazie alla conoscenza? C’è chi, in modo caparbio, continua a credere di poter cambiare le cose e di educare al bello.

Ne abbiamo parlato con il regista Gianni Ricciardelli che, con passione e tenacia, mette in scena storie e stimola fantasia ed emozioni con la compagnia teatrale Terra Smossa.

La  Terra Smossa nasce nel  2013, per iniziativa di attori e musicisti pugliesi, operanti già da diversi anni sul territorio. Si spiega così il carattere atipico della compagnia, che si divide tra il teatro e la musica e trova ovviamente nel teatro musicale la piena realizzazione della propria idea fondativa. Dal 2023 La Terra Smossa diventa: “Terra Smossa  APS”. Per quanto attiene ai generi, la compagnia intende spaziare dal teatro classico al teatro contemporaneo, da quello drammatico a quello più divertente ed irriverente, senza trascurare la riflessione e il coinvolgimento emotivo che inducano il pubblico, di tutte le età, a crearsi una coscienza critica e una sensibilità umana e sociale. Il repertorio artistico della compagnia è caratterizzato da un lavoro di ricerca e sperimentazione, passando da autori differenti per periodo storico e stile teatrale.

Teatro a Gravina, quanto è importante per voi educare a questa arte?

La parola “educare” è troppo importante ed impegnativa, per chi fa questo a livello amatoriale. Io ho solo la presunzione di proporre un repertorio classico, nei limiti della nostra competenza, e se questa proposta trova riscontro nei cuori e nelle menti di qualche spettatore, non posso che esserne felice.

Quali opere portate sul palco con la Terra Smossa e quali piacciono di più al pubblico?

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Il repertorio è classico per un “teatro di parola”, come è definito. Spazia da una drammaturgia nazionale ad una internazionale. Penso ad autori come Euripide, Goldoni, Pirandello, Sartre, T. Williams, Arthur Schnitzler, Ionesco, Lorca, Shakespeare ed altri.

Vorrei ringraziare tutti gli attori della compagnia Terra Smossa APS che in ogni spettacolo mettono dedizione e impegno: Mariapia Antonacci, Danilo Calia, Teresa Cicala, Paolo Defino, Angela Ferrulli, Francesco Lorusso, Giuseppe Lospalluti, Elisabetta Rubini, Angela Tubito, Anna Santovito, Sara Stefanelli, Giuseppe Zuccaro, Vito Ricciardelli.

Qual è il vostro pubblico? I giovani sono affascinati dal teatro e in che modo?

Noi siamo destinati ad ascoltare delle storie, il teatro è questo: raccontare una storia. Le nostre “storie” non sono mirate ad un pubblico specifico, guai se a teatro fosse così! Il teatro come metafora della vita reale deve rivolgersi a tutti, ha un linguaggio universale senza distinzioni di sorta. Il nostro è un pubblico eterogeneo, abbraccia un pò tutte le età. Collaborando con il Liceo Scientifico di Gravina con i PCTO (alternanza scuola lavoro), abbiamo portato a teatro molti ragazzi di terzo e quarto liceo, ricevendo da loro un’attenzione e partecipazione straordinaria. 

Gravina ha un solo piccolo teatro privato, un cinema chiuso da poco. Perché è così difficile fare cultura in questo paese?

A questa domanda è molto difficile rispondere, lo faccio con una citazione: “Il teatro è una comunità che si riconosce, una città che si rispecchia. Il luogo in cui una città si ritrova, il suo nutrimento spirituale” (Andree Ruth Shammah). La responsabilità è un po’ di tutti, va ripartita in modo uguale tra cittadini ed istituzioni. Educare al bello è impresa difficile e il teatro, che è un “opera d’arte aperta”, deve poter essere fruibile a tutti ad iniziare dalle scuole. Quando questo non avviene è una sconfitta per tutti. Ben vengano i “visionari” come noi che credono fermamente in questo. Ben venga un teatro privato che sicuramente, fra tanti sforzi e sacrifici, mantiene viva questa fiammella. Colgo l’occasione per ringraziare il teatro Vida che per noi è un punto di riferimento, in quanto i nostri spettacoli vengono messi in scena su quel palco. 

A cosa state lavorando adesso? Dove e quando possiamo vedervi?

Abbiamo messo in scena, nel mese di ottobre, una replica dell’opera di Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate”. A marzo 2024 proponiamo due serate, una al Mercadante di Altamura e l’altra al Vida di Gravina: “Gioco al massacro”, liberamente ispirato ad un testo dell’autrice Jasmine Reza. 

Se permette, voglio concludere con dei versi della poetessa Mariangela Gualtieri dalla poesia “Io ringraziare desidero”: Io ringraziare desidero per l’antica arte del teatro quando ancora raduna i vivi e li nutre”… quale migliore conclusione?

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